Economia
Trump, i dazi e la nuova centralità dell’agricoltura europea
Di Massimiliano Giansanti
(Articolo pubblicato su L’Economista de Il Riformista)
Si è appena conclusa la tre giorni di “Agricoltura è”, la manifestazione dedicata al settore primario che si è svolta a Roma. Un evento che ha visto la partecipazione del Presidente Mattarella, voluto dal Masaf che conferma l’importanza che l’agricoltura ha ormai assunto nel dibattito politico italiano ed europeo.
Negli ultimi anni, va ricordato, non è sempre stato così: in alcuni momenti l’agricoltura è stata considerata la “cenerentola” della nostra economia e della nostra strategia politica. Questo cambiamento – questa ritrovata centralità del settore primario – è invece oggi decisivo, perché siamo davanti a un tornante storico fondamentale per il futuro dell’agricoltura.
Ci aspettano sfide cruciali nei prossimi mesi e nei prossimi anni. La prima, che allarma molti agricoltori, riguarda i dazi. Le dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha “minacciato” di reintrodurre dazi sui prodotti agroalimentari europei – arrivando a indicare una tariffa del 200% per quelli alcolici – ci auguriamo si rivelino una mera provocazione. Le tensioni emerse negli ultimi giorni non devono in alcun modo precludere o pregiudicare un dialogo indispensabile tra Europa e Stati Uniti sui temi commerciali.
Gli Stati Uniti sono il nostro primo mercato di riferimento extra Ue, e l’eventuale imposizione di dazi rappresenterebbe un danno enorme. Un’escalation tariffaria rischia inoltre di determinare un aumento dei prezzi sia negli Stati Uniti che nell’Unione Europea, con ripercussioni inflattive avvertibili in entrambi i continenti e che sarebbero scontati soprattutto dai consumatori finali.
Confido che la diplomazia europea riesca a trovare una soluzione in tempi brevi. E sono altresì convinto che l’Italia possa assumere un ruolo di guida in questo dialogo, e non solo: il nostro Paese ha tutte le carte in regola per esercitare una leadership nel continente, non solo in ambito diplomatico, ma anche da un punto di vista politico e soprattutto nel settore agroalimentare in particolare.
Un settore che, grazie alla nuova PAC, su cui il nuovo commissario europeo all’Agricoltura, Christophe Hansen, sta lavorando in queste settimane, torna finalmente al centro della politica europea, grazie ad una visione diversa, lontana dalle distorsioni ideologiche che in questi anni hanno rischiato di compromettere la competitività economica delle aziende agricole europee. Si archivia, almeno nella sua parte più deteriore, la stagione del Green Deal così come era stato (mal) concepito, restituendo priorità alla dimensione economica e sociale: da oggi si torna a parlare di redditività, competitività, semplificazione, e forte spinta verso l’innovazione, senza dimenticare la sostenibilità e la valorizzazione delle aree rurali.
La sostenibilità è – e resta – una delle priorità assolute del settore primario. Ma è un obiettivo che va perseguito, come Confagricoltura sostiene da sempre, attraverso la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica. Serve una vera transizione, concreta e praticabile, sostenuta da investimenti europei adeguati.
*Presidente di Confagricoltura
