Economia
La transizione energetica e l’industria del nucleare. Il dibattito del Sole
Di Ilaria Donatio
“Occorre recuperare un sano pragmatismo” sul fronte dell’energia. In un momento come questo in cui c’è confusione bisogna far parlare i fatti, partendo dalla constatazione che l’energia costa troppo e di questo bisogna tener conto”. Con queste parole Fabio Tamburini, direttore de Il Sole 24Ore, ha aperto il convegno “Transizione energetica e l’industria del nucleare 2025” organizzato da Il Sole24Ore.
Secondo Tamburini, l’energia “costa troppo per ragioni strutturali e anche perché stiamo pagando dazio dalla guerra in Ucraina. Credo che nell’energia chi ha pagato il prezzo più alto dovuto al conflitto in Ucraina è proprio l’Europa”. Il direttore è convinto che sia necessario “tenere presenti 4 fasi che caratterizzano la produzione di energia: quella degli investimenti, l’esercizio degli impianti e poi la manutenzione e lo smaltimento”.
Sul fronte del nucleare, nel citare l’esempio della Cina, il direttore ritiene che “servono investimenti significativi sulla fusione perché può rappresentare una svolta. Occorre capire cosa può fare l’Europa per accelerare in questa direzione”. Sull’argomento è intervenuto Federico Silvestri, direttore generale Media & Business Gruppo 24 Ore e ad di 24 Ore Eventi, secondo cui “il nucleare è indifferibile, non si può più rimandare. In ultima analisi quello che non si può non considerare è che è molto importate accedere a costi energetici sostenibili sia per le imprese che per le famiglie”.
Pichetto Fratin, ‘legge delega nucleare spero entro 2025’
“La legge delega sul nucleare sta per essere portata in Parlamento, ci sono gli ultimi ritocchi tecnici. Si comincerà, credo, in tarda primavera il percorso, le Camere si prenderanno i tempi che vorranno, ma spero approvazione legge delega entro fine anno”. Lo ha dichiarato Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, intervenendo all’evento del Sole 24 Ore .
“Poi serviranno le norme d’attuazione e significa che tra due anni, due anni e mezzo, saremo pronti per le valutazioni di merito. Non parliamo di grandi centrali nucleari, ma di piccoli reattori di terza, terza e mezza e magari quarta generazione, e poi ci sarà una fase per la produzione dei reattori. Questo è il percorso che noi dobbiamo avviare e che può fare dell’Italia un grande del settore” ha continuato il ministro.
“Pubblica o privata? Noi dobbiamo avere le regole, poi si valuterà come avviare il tutto. Significa aggiungere una delle produzioni a quelle che già abbiamo, eolico, fotovoltaico, geotermico, idroelettrico, e poi una quota d’idrogeno sul fronte energetico. Tutto questo deve portarci ad avere più sicurezza, perché avremo l’autosufficienza, avere prezzi più bassi per essere competitivi, per mantenerci tra le grandi del mondo” ha concluso il ministro.
Per la newco tempi sono di ordine burocratico
Sull’accordo per la newco, il ministro Pichetto ha detto che “saranno di ordine burocratico: Enel è la grande impresa italiana che ha costruito l’ultima grande centrale in Europa, in Slovacchia, e gestisce le centrali in Spagna”.
Ansaldo – ha aggiunto Pichetto – è il “luogo dell’esperienza pratica e della produzione in ambito nazionale, ed è parte di ricerche e sperimentazioni anche sul nuovo Nucleare, collaborando con diversi Paesi, mentre Leonardo è il centro delle nuove tecnologie. Tutto questo significa creare un matrimonio che riguardi la produzione civile ma anche militare, per la difesa, i temi sono tanti. Per il settore civile, guardando al futuro, potremmo aggiungere anche Fincantieri. Fincantieri è una delle più grandi imprese europee che produce natanti, e il traffico mercantile del futuro dovrà andare con piccoli reattori da 20-30 MW. Fincantieri sta ponendo molta attenzione su questo tema. Anche Eni potrebbe dare un contributo. Bisogna mettere a sistema un mondo di conoscenze, nell’interesse dell’Italia”.
Il dibattito con le imprese
Il nucleare rappresenta una opportunità per il settore delle imprese. Proprio per questo è necessario spingere sulla formazione di figure professionali che abbiano un alto khow how da mettere a disposizione quando partirà il nuovo Nucleare. È questo il filo conduttore di un panel che si è svolto nel corso del convegno dedicato al Nucleare organizzato da Il Sole24Ore a cui hanno partecipato diverse imprese.
“Il nucleare è una grande opportunità perché questo tipo di tecnologia attiva una filiera importante e ha bisogno di poche materie prime”, sostiene Fabrizio Fabbri, ad di Ansaldo Energia, evidenziando che “come società noi siamo, insieme ad Enel e Leonardo, un catalizzatore” proprio di questa nuova tecnologia perché, se si riattivasse un programma europeo ci sarebbe una energia non solo decarbonizzata ma anche a prezzi molto più economici”.
Secondo il presidente di Rina, Ugo Salerno, “le rinnovabili sono un punto fondamentale della transizione energetica ma non possiamo pensare di cavarcela solo con queste. Serve una fonte costante che oggi è il gas e che continuerà ad esserlo ancora per un bel po’ di tempo. Nel frattempo, prima dell’arrivo del Nucleare, dobbiamo passare a delle tecnologie di transizione come ad esempio la Ccs”.
In questo contesto la formazione può e deve giocare un ruolo chiave e Sogin gioca un ruolo da protagonista. “Continuiamo ad essere l’unica azienda italiana che ha lanciato un programma di formazione europea. Il prossimo anno formeremo 40 persone italiane e straniere con un focus su nuove tecnologie, ha detto l’ad, Gian Luca Artizzu. Sulla stessa linea d’onda Giovanni Sale, Corporate and Business Strategy Senior Vice President Maire che ha sottolineato come “la diversificazione è fondamentale soprattutto per un’azienda come la nostra che opera nell’industria chimica. Noi non siamo mai usciti dal Nucleare è fondamentale però avere figure professionali e procedere con una formazione continua delle risorse”.
“Noi siamo una utility neutra e quindi guardiamo a tutte le soluzioni per raggiungere l’obiettivo di produrre e distribuire energia elettrica nel modo più sicuro possibile. In questo senso il nucleare è un elemento complementare con le altre fonti rinnovabili. Ha i suoi tempi ma la storia ci ha insegnato che per avere successo serve uno sforzo di sistema”. Lo ha affermato Luca Mastrantonio, Head of Innovation Nuclear di Enel.
“Proprio per questo abbiamo proposto la creazione della newco per far partire questo volano, questo elemento di eccellenza per poter in modo organico prepararci al Nucleare. La newco può far si che possa partire un vero e proprio percorso industriale.
La prima fase è una fase di studio di fattibilità e di selezione della migliore tecnologia. C’è poi un secondo driver della prima fase che è preparare e qualificare la supply chain per il futuro per magari estenderci anche oltre il territorio nazionale». Il top manager ha ricordato che l’Italia “può essere considerata tra i fondatori del Nucleare; siamo la seconda industria Nucleare europea. Questo deve permetterci di guardare a un futuro Nucleare con ottimismo”.
