Economia

Top gun Beretta

31
Gennaio 2023
Di Paolo Bozzacchi

Vola alto l’Italian Weapon Valley. La Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, più antica azienda familiare italiana con quasi 500 anni di storia e sede a Gardone Val Trompia in provincia di Brescia, ha reso noti stamani i dati economici 2022. Il fatturato Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, principale Spa del Gruppo Beretta Holding S.A. che oggi vanta 1,5 miliardi di fatturato e oltre 6mila dipendenti dopo l’acquisizione del colosso europeo Ruag Amontec, è aumentato del 23,7%, superando quota 310 milioni di euro.
“Sono risultati importanti non solo dal punto di vista economico e finanziario, ma anche per i progetti che abbiamo realizzato e su cui abbiamo investito: dalla transizione ecologica al digitale al 4.0”, il commento del presidente e Ceo, Franco Gussalli Beretta. Che poi aggiunge: “I mercati sono andati bene, ma non è sufficiente avere richiesta, è fondamentale organizzarsi”.   

I mercati che hanno trainato la crescita 2022

Il motore di Fabbrica D’Armi nel 2022 è stata l’Europa e la chiusura dei mercati di Russia e Ucraina (in blacklist da quando è scoppiata la guerra) “Ha avuto un impatto pesante soprattutto a livello di gruppo, ma anche per FdA dove pesa per l’1-2% del fatturato”, spiega il direttore generale di Fabbrica d’Armi, Carlo Ferlito. Che poi aggiunge: “Ma è tipico del nostro gruppo diversificare, sia gamma di prodotto che distribuzione geografica. E la possibilità di accedere a diversi mercati ci ha consentito di compensare”. Nel settore civile per FdA guida l’italia (21 milioni di euro), seguita a distanza da UK (9 milioni), Germania (8,5) e Francia (7 milioni). Fuori dall’UE crescono i mercati di Brasile e Sudafrica “nonostante le complicazioni legislative ne limitino il potenziale”. Sui volumi: “L’aumento è stato del 18%, abbiamo 80 partner distributivi e 500 fornitori per supportare la crescita. Inoltre abbiamo lanciato 17 nuovi prodotti”.

Il boom in Italia

Confermano la solidità dell’Italian Weapon Valley, le parole del direttore generale di Fabbrica d’Armi, Carlo Ferlito: “L’Italia è tornata ad essere un grande mercato nel settore civile, venatorio e sportivo. Eravamo scesi a 12-13 milioni di ricavi e abbiamo chiuso il 2022 con 21 milioni di fatturato”. Un quasi raddoppio, che non tiene conto del settore militare. Pesano anche su questo settore i costi dell’energia, passati “da 2,8 milioni a 9,5 milioni di euro”. Così come i costi della supply chain aumentati del 7% e quelli delle materie prime, balzati del 50%.

Che 2023 prevede Beretta

“Per il 2023 ci aspettavamo un rallentamento”, continua Ferlito, “invece dalle prime sessioni di budget fatte prevediamo un anno in linea col 2022. Gli scenari cambiano di settimana in settimana, ma l’obiettivo è consolidare i risultati 2022”. Molto importante per un gruppo come Beretta l’andamento del mercato del Nord America, primo mercato di destinazione per Fabbrica d’Armi.

L’Italian Weapon Valley non conosce crisi.