Economia

Tlc, Basso: ridurre asimmetrie e oneri a carico delle imprese

19
Marzo 2025
Di Paolo Bozzacchi

(Intervista a Roberto Basso, Direttore External Affairs and Sustainability di Wind Tre, pubblicata su l’Economista, inserto economico de Il Riformista)

Nelle ultime settimane, il settore delle telecomunicazioni è stato al centro di grandi trasformazioni che avranno impatti rilevanti su un comparto che sta cercando di innovarsi. Possiamo aspettarci misure legislative finalizzate ad accompagnare questa trasformazione, in linea con quanto auspicato da Mario Draghi nel suo rapporto sul futuro della competitività europea?

«La risposta secca è sì. Il servizio di connettività ha il valore dell’interesse generale ma viene realizzato dai privati con risorse private. Per evitare di ricorrere al bilancio pubblico è necessario fare funzionare bene il settore. Oggi funziona male a causa degli oneri imposti dai continui interventi del legislatore e del regolatore e dal free riding delle grandi piattaforme, che usano le reti senza pagarle. Ridurre gli oneri a carico delle imprese, eliminare le asimmetrie che favoriscono le grandi piattaforme e aiutare a superare l’impennata dei costi dell’energia sono alcuni degli interventi semplici da attivare e con costi ragionevoli».

Tra le possibili innovazioni del settore c’è anche l’utilizzo delle tecnologie satellitari nelle aree remote del paese non ancora raggiunte dalla banda ultralarga e dal 5G. Ritiene che possano essere un valore aggiunto?

«Le tecnologie sono soltanto un mezzo, il fine è la partecipazione di tutte le persone alla vita. Se la connessione satellitare di una comunità montana costa alla collettività nazionale meno della fibra perché non prenderla in considerazione? A regime, è probabile che saranno gli operatori di telecomunicazioni a continuare a dare un servizio integrato ai clienti, fornendo un bouquet di servizi che comprendono la fibra a casa, il cellulare in mobilità e il satellitare quando si fa una gita in barca o una escursione in alta quota».

In che modo l’IA sta rivoluzionando il mondo delle telecomunicazioni?

«Per il momento sta aiutando l’efficienza interna, quindi la produttività. Noi abbiamo implementato più di 100 applicazioni di IA in WINDTRE, dall’automazione di compiti d’ufficio al supporto al personale dei negozi, passando per la manutenzione predittiva degli apparati e la gestione dei consumi delle reti. Sono effetti analoghi a quelli che vediamo e ci aspettiamo in altri settori. Ma l’ambizione degli operatori è di riuscire a presidiare un ruolo specifico nel quale creare valore per i clienti sulla base dei dati che viaggiano e vengono generati in rete, in particolare per la clientela professionale e aziendale».

Per vincere la sfida dell’IA è prioritario puntare sulla diffusione delle competenze digitali, ambito su cui il nostro Paese è ancora molto indietro. In che modo è possibile colmare questo?

«Il ritardo è clamoroso perché è di natura culturale. Non parlo delle competenze digitali ma di un paese invecchiato, nel quale si teme il cambiamento. Ogni novità porta con sé rischi e opportunità, ma in un paese vecchio si dà un peso molto superiore ai primi e si sottovalutano le seconde. Dovremmo invece abbracciare il cambiamento e cavalcare le novità, così le potremo governare. Le aziende stanno facendo la loro parte, investendo molto nell’aggiornamento e nella riqualificazione, ma va cambiata la scuola e bisogna promuovere l’istruzione universitaria perché i nostri laureati saranno anche bravissimi ma sono troppo pochi, in particolare nelle discipline STEM».