“Stato etico” e regolazione dei mercati al tempo della pandemia. Questo il titolo del The Watcher Talk moderato da Daniele Capezzone, che ha ospitato il Sottosegretario al Ministero dell’Economia Claudio Durigon e tre rappresentanti di alcuni dei più importanti settori produttivi del Paese. Giuliano Frosini, Senior Vice President di IGT, Umberto Roccatti, Presidente di Anafe e Leonardo Brunori, Vice Presidente di Assorisorse.
Il Talk ha consentito un momento di confronto tra un autorevole rappresentante del Governo Draghi e alcune delle categorie più in difficoltà in questo delicato momento di pandemia globale e crisi economico-sociale.
Durigon: “Siamo di fronte a un anno zero dal quale dobbiamo ripartire. La pandemia sta rappresentando uno spartiacque importante che dobbiamo saper affrontare. Siamo chiamati a rimettere in gioco tutto il nostro sistema, a partire da quello fiscale, perché altrimenti difficilmente ci riprenderemo davvero”, ha ammonito. “Tra poco verrà varato il primo decreto sostegni ma difficilmente sarà sufficiente a rispondere tempestivamente a tutte le diverse esigenze del Paese. La nostra era un’economia che già pre-pandemia viveva sul filo della precarietà e che non possiamo pensare di rimettere in piedi con lo stesso sistema di prima. Ora c’è bisogno di regole diverse che permettano di far ripartire con fiducia la nostra economia. Per questo stiamo lavorando ad un nuovo decreto con l’obiettivo di aiutare le imprese, e questo avverrà già col prossimo Def che dovremmo chiudere entro aprile nel quale chiederemo un ulteriore scostamento di bilancio importante perché servono nuovi fondi”.
Della stessa idea Frosini: “il Sottosegretario Durigon dice che c’è un approccio che deve tener conto della realtà delle cose e dell’interesse del Governo per alcuni settori. Il fatto che si possa voltare pagina, mi dà l’idea che si possa abdicare al ragionamento ideologico che è stato caratterizzante, soprattutto negli anni recenti, verso i settori regolati” ha spiegato Frosini. “Dispiace constatare che ci si è approfittati della pandemia per cogliere l’occasione di introdurre un elemento di contrasto ideologico al settore regolato. Stiamo soffrendo tutti per la pandemia, ma dobbiamo iniziare a ragionare in una logica di prospettiva. La Sardegna, ad esempio, è zona bianca, e conseguentemente decadono i vincoli normativi, dopodiché tutta una serie di attività possono riaprire, ad eccezione però di alcune. Con protocolli adeguati e tutte le cautele del caso, come è pensabile che non si possa tornare almeno in parte a riaprire il modello distributivo e soprattutto frenare l’emorragia della raccolta legale verso quella illegale come i siti online illeciti?” si è chiesto il rappresentante di IGT, International Game Technology.
In materia di pressione fiscale e attività del Governo, è intervenuto Umberto Roccatti, Presidente di Anafe, l’Associazione Nazionale Produttori Fumo Elettronico aderente a Confindustria. “Siamo l’unico settore che ha subìto un incremento devastante di imposizione fiscale: un aumento di imposta, al 2023, fino al 200% dopo sei anni costanti di aumento di tassazione. In nessun altro Paese europeo si è registrata una situazione del genere che ha colpito così gravemente una categoria che rappresenta una filiera che raggruppa più di 100 imprese in Italia e oltre 2.500 negozi su strada e che gestisce 15mila posti di lavoro diretti e oltre 30mila indiretti. La filiera del fumo elettronico è stata messa in ginocchio a partire dal 2014 quando ha subito un’imposizione fiscale del 58%. Prima di quell’anno il mercato godeva di un virtuosismo invidiabile ed eravamo leader esportatori in tutta Europa”, ha fatto notare Roccatti.
A proposito della ripartenza illustrata da Durigon, il Vice Presidente di Assorisorse, l’Associazione di categoria di Risorse Naturali ed Energie Sostenibili aderente a Confindustria, Leonardo Brunori ha le idee chiare: “Siamo in un momento storicamente particolare. La pandemia è stata una sorta di acceleratore: l’Unione europea ha fissato gli obiettivi di sostenibilità molto alti. Siamo sulla strada della carbon neutrality e ci siamo per scelta. Non economica, ma di sostenibilità per un futuro migliore. C’è bisogno di prospettive di media e lunga durata. Le aziende hanno bisogno che i progetti vengano approvati in tempi certi e celeri. Oggi la trasformazione energetica porta tanti cambi di paradigmi: fino ad oggi il consumatore era il cliente e il produttore la serviva, domani l’energia ci sarà quando la risorsa sarà disponibile, quindi il consumatore dovrà dialogare con il produttore. Oggi partiamo dall’idea che le nuove tecnologie, una volta sviluppate, saranno più economiche ma è tutto da dimostrare. C’è una filiera italiana che va preservata, c’è un mondo che ha voglia di affrontare questa sfida: 30.000 lavoratori italiani, aziende grandi e piccole”, ha precisato Brunori.
Dopo aver ascoltato le aziende, Durigon replica: “E’ un momento difficile perché stiamo subendo il danno dovuto a una mancanza di strategia del precedente governo. Noi non ci possiamo più permettere chiusure, dobbiamo reagire. Finalmente con il Generale Figliuolo abbiamo visto un nuovo cambio di passo, una campagna molto forte che prevede circa 500mila vaccini al giorno. Tra l’altro su questo abbiamo stanziato circa 5 miliardi destinati a investimenti sanitari. In particolare, vogliamo spingere fortemente per creare un hub che possa produrre vaccini da noi in Italia, sia per il nostro Paese sia per il resto dell’Europa”, ha commentato Durigon. “Sulle sigarette elettroniche si deve studiare un piano economico che dia rilancio e faccia passare le persone dal tabacco alle sigarette elettroniche. I giochi ce li ho a cuore, ho già incontrato i rappresentati del comparto perché sono vicino ai lavoratori di quel settore. Inoltre, non dobbiamo dimenticare la problematica legata all’illegalità che si sta sviluppando in questo periodo. Il gioco può avere anche un ruolo sociale, con regole giuste ed eque può essere una soluzione anche per arginare le attività illegali e far diventare il settore una risorsa per il Paese”.
Frosini: “E’ molto ampio il ragionamento del Sottosegretario e di questo siamo contenti. Ora speriamo che l’approccio delle politiche governative possa seguire i criteri dell’equità, del rispetto dei patti concessori stabiliti e l’avvio di un modello serio di riordino – anche fiscale – il cui cuore sia rappresentare nel modo più corretto gli interessi dello Stato e dei concessionari”.
Roccatti: “Con il fumo elettronico abbiamo la possibilità di traslare tutti quei fumatori adulti che non vogliono o non riescono a smettere di fumare, offrendo loro un’alternativa del 95% meno dannosa rispetto alla sigaretta tradizionale (provato da studi scientifici). Lo switch a un prodotto meno dannoso comporta anche una riduzione delle spese a carico dello stato per curare le malattie a tabacco-correlato. La tassazione al settore del fumo elettronico infine è doppiamente dannosa perché da una parte garantisce allo stato un gettito, quest’ anno, di soli 30 milioni dall’altra rischia di generare l’insorgere del mercato nero e del fenomeno del contrabbando, spingendo alla frustrazione l’intera categoria e tantissimi imprenditori”.
Brunori: “Dobbiamo ragionare sui tempi e sui metodi della transizione. Dobbiamo evitare di fare attività di incentivazione che favoriscano player di altri paesi e dobbiamo trovare la strada che valorizzi l’Italia nel contesto geografico in cui si trova. Gli stati vicini diventano fondamentali e con loro lo scambio energetico. Noi abbiamo un posizionamento che ci porta a privilegiare particolari tecnologie e bisogna valorizzare i nostri asset. Siamo un Paese produttore e un po’ ce lo stiamo dimenticando: accise e tasse sono sempre in rialzo. La sostenibilità deve essere sostenibile per tutti.”