Economia
Tassi di interesse: mai così alti dal 2008
Di Francesco Tedeschi
Non erano così alti da 15 anni – è quanto ha affermato mercoledì Bankitalia riguardo ai tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni nel novembre scorso, al 4,92%. Secondo le tabelle di Bankitalia si tratta del valore più alto toccato dal dicembre del 2008, quando i tassi erano arrivati al 5,1936%. Il dato emerge dall’indagine mensile “Banche e moneta: serie nazionali” pubblicata ieri dalla Banca d’Italia e riflette gli aumenti dei tassi d’interesse di riferimento operati nei mesi passati dalla Banca Centrale europea. A proposito Confcontribuenti ha lanciato l’allarme: l’aumento dei tassi sui mutui è tale che rischia di far crescere in maniera incontrollata e già nei prossimi mesi le esecuzioni immobiliari.
Considerando l’importo e la durata media di un mutuo, un balzo dei tassi così consistente significa che la rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile, cresce, rispetto a un anno fa, quando il Taeg era a 3,55, da 694,50 a 800,50 euro, con un rincaro pari a 106 euro al mese. Una stangata annua pari a 1272 euro. Un “record” per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: «Dopo 10 aumenti consecutivi, non si arresta la corsa dei tassi bancari, con pesanti ricadute sulle famiglie con mutui a tassi variabili e con effetti negativi sui prestiti alle famiglie che calano dell’1,2% su base annua».
Di tassi, inoltre, aveva parlato anche segretario generale della Fabi (Federazione autonoma bancari italiani), Lando Maria Sileoni, quando solo alcuni giorni fa ai microfoni di Rainews24, aveva affermato che probabilmente i tassi non scenderanno prima della metà del nuovo anno: «Molti osservatori pensano che quest’anno la Bce taglierà i tassi. Il taglio difficilmente ci sarà nel primo semestre, mentre è più probabile che questa decisione venga presa tra luglio e dicembre».
Tuttavia non è chiaro cosa succederà, la BCE non conferma né smentisce le ipotesi di mercato su un possibile primo taglio dei tassi di interesse a marzo. «I mercati comprendono bene la nostra linea legata ai dati e abbiamo chiaramente definito gli elementi della nostra funzione di reazione», ha affermato Isabel Schnabel del Comitato esecutivo della BCE. «Non vedo una mancanza di credibilità, ma possono esserci diverse vedute sui futuri sviluppi dell’economia e sulle prospettive di inflazione». In ogni caso sembra la strada giusta, viste anche le previsioni di inflazione della stessa Bce, che indicano un calo all’obiettivo del 2% nel 2025. «Tuttavia – ha aggiunto Schnabel – le tensioni geopolitiche sono uno dei rischi al rialzo per l’inflazione, dato che potrebbero spingere i prezzi dell’energia o dei costi di trasporto. Questo è il motivo per cui dobbiamo restare attenti».