Economia
Dazi, Tajani ha un piano per l’export: diversificare e trovare la quadra con gli Usa
Di Giampiero Cinelli
A Villa Madama, il ministro degli Esteri Antonio Tajani traccia la rotta per il futuro dell’export italiano. L’obiettivo è chiaro e ambizioso: portare le esportazioni a 700 miliardi di euro entro la fine della legislatura. Un traguardo che non si raggiunge per inerzia, ma con una strategia precisa, fatta di investimenti mirati, nuove partnership e un ruolo più incisivo del Ministero degli Esteri nel supportare le imprese.
La diversificazione
«Stiamo facendo una politica commerciale mirata, con il chiaro obiettivo di rafforzare la competitività del nostro sistema produttivo», spiega Tajani, sottolineando l’importanza di diversificare i mercati di riferimento. Se gli Stati Uniti restano un partner fondamentale, l’Italia non può permettersi di dipendere da un solo interlocutore, soprattutto in un contesto di crescenti tensioni commerciali. «Abbiamo preparato un Piano d’Azione che prevede una presenza italiana rafforzata in Paesi dove ci sono grandi opportunità per le nostre imprese» annuncia il ministro, citando Messico, Canada, India, Vietnam, Indonesia, Emirati Arabi, Arabia Saudita e Sudafrica tra le destinazioni più promettenti.
Gli USA non si abbandonano
Ma l’attenzione resta alta sul fronte USA. Le tensioni sui dazi impongono una risposta strategica, che non si limiti a un atteggiamento difensivo. «Investire di più negli Stati Uniti e importare di più dagli Stati Uniti potrebbe essere un ottimo scudo per continuare ad esportare oltreoceano, bilanciando una bilancia commerciale oggi a nostro vantaggio» osserva Tajani, evidenziando la necessità di un equilibrio che eviti ritorsioni economiche. Intanto, il dialogo con Bruxelles e Washington prosegue: «Ieri ho avuto un lungo colloquio con il commissario europeo Šefčovič, che ha giustamente deciso di rinviare di due settimane l’adozione di eventuali contromisure da parte dell’Unione. Questo ci consente di proseguire un dialogo con gli USA».
Riforma del ministero
Parallelamente, Tajani annuncia una riforma del Ministero degli Esteri, con una struttura a doppia guida, politica ed economica, e una nuova direzione generale dedicata alla crescita e all’internazionalizzazione. «Vogliamo rendere il Ministero sempre più un punto di riferimento per le imprese italiane che vogliono affermarsi sui mercati globali» spiega.
Infine, il ministro interviene sul tema della difesa comune europea, ribadendo la sua posizione netta: «Dire che non serve è una colossale sciocchezza. È un grande sogno di De Gasperi e di Berlusconi. Bisogna procedere in questa direzione e non farò un passo indietro».
