Economia

Se apri il cassetto trovi un tesoro. Il ritorno del credito su pegno, sull’onda del boom dell’oro

28
Aprile 2025
Di Giampiero Cinelli

(Articolo di Giampiero Cinelli pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)
L’incertezza finanziaria generalmente rende più appetibile l’investimento in oro. Lo testimoniano anche i valori attuali del metallo. Rispetto a fine marzo, l’andamento del prezzo al grammo è in rialzo, come pure l’andamento del prezzo all’oncia; secondo JP Morgan, il prezzo dell’oro può superare i 4.000 $ entro il secondo trimestre del 2026, con una media di 3.675 $ entro la fine del 2025. Mentre Goldman Sachs stima un prezzo di 3.700 $ per oncia entro la fine del 2025, con scenari estremi che potrebbero portare il prezzo fino a 4.500 $. Molto dipenderà ovviamente dalle decisioni che verranno prese in ambito di commercio internazionale e di politica monetaria. Tuttavia, le potenzialità dei metalli preziosi non sempre vengono sfruttate appieno, per via della limitata dimestichezza degli italiani con la materia economica e delle elevate competenze necessarie per effettuare valutazioni accurate. Fin qui tutto abbastanza normale. Diverso, invece, il discorso se ci concentriamo sulle potenzialità non sfruttate di beni da noi già posseduti.

Spesso, infatti, non siamo abbastanza consapevoli di come possiamo generare vantaggi da gioielli e orologi di lusso custoditi in casa. In Italia, una persona ha in media 7 preziosi; due terzi della popolazione ne utilizza meno di 5 all’anno e gli altri li dimentica nei cassetti. È quanto emerge dal Rapporto Affide-BVA Doxa, da cui si apprende anche che solo il 17% saprebbe effettivamente stimare il valore di questi averi. Saperlo oggi è importante, perché esistono modalità rapide e vantaggiose per trarre valore da un gioiello, ad esempio grazie al credito su pegno. Un servizio che permette di ricevere un prestito garantito dal valore del prezioso che si dà in pegno, con la possibilità di poterlo riscattare.

A parlarci del credito su pegno è Rainer Steger, Direttore Generale di Affide, il quale evidenzia caratteristiche e opportunità di questo tipo di prestito: «Con il credito su pegno, il cliente non deve aprire una linea di fido e non è soggetto a valutazioni patrimoniali, poiché l’importo erogato è determinato sulla base del valore stimato del bene dato in pegno. Se non riesce a riscattarlo entro i termini stabiliti, questo viene venduto all’asta, con la possibilità di beneficiare del sopravanzo generato». Nel 95% dei casi il credito viene rimborsato; se ciò non accade, in pratica, il cliente non deve restituire nulla poiché il bene viene venduto all’asta per coprire il debito. Tuttavia, Steger ci tiene a dire che anche quel 5% di preziosi non riscattati è una cifra importante: «Si tratta di circa 40mila oggetti che non vengono fusi, ma anzi riutilizzati, e questa cosa per me è molto bella». Infatti, come evidenziato dal rapporto, «sempre più persone sono interessate ai preziosi di seconda mano e amano partecipare alle aste: noi abbiamo migliaia di iscritti pronti a partecipare». (Il 21% degli italiani sceglie l’acquisto di gioielli di seconda mano, il 29% sono giovani tra i 18 e i 39 anni. E più della metà degli italiani ritiene l’acquisto di gioielli usati un buon investimento). Un segnale che il gioiello di seconda mano oggi ha più fascino. Peraltro, ciò che fa scegliere il credito su pegno rispetto a un Compro Oro è l’idea di riscattare un domani il gioiello. Dall’altro lato, invece, nelle aste si cerca di spuntare il miglior prezzo possibile.

Steger ritiene che un’educazione maggiore alla valutazione dei preziosi sia necessaria e parla di specifici progetti a riguardo. Uno recente è la partnership firmata con la Tarì Design School in provincia di Caserta, centro di eccellenza nella formazione orafa e orologiera, grazie alla quale centinaia di giovani verranno formati. «Oltre alla bellezza del gioiello, c’è anche un valore economico e chi fa fatica ad accedere ai finanziamenti bancari dovrebbe pensarci», conclude il DG di Affide.

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