Economia

Risparmio gestito, tecnologia e personalizzazione per dominare nella nuova era

22
Agosto 2023
Di Massimiliano Mellone

Un’autentica rivoluzione sta trasformando il panorama del risparmio gestito: entro il 2027 un asset e wealth manager su sei (16%) a livello globale sparirà o perché sarà assorbito da un altro oppure perché cesserà la propria attività. È questo il dato più significativo emerso dalla Global Asset and Wealth Management Survey 2023 di PwC.

Il quadro tracciato dal report, basato sulle ultime proiezioni del settore di PwC e su un’indagine condotta tra 250 asset manager e 250 investitori istituzionali, è quello di un’industria alle prese con molteplici sfide tra cui la trasformazione digitale, il cambiamento delle preferenze degli investitori e il consolidamento del settore. Gli operatori si trovano di fronte a una scelta cruciale: conformarsi al nuovo contesto o soccombere.

Per affrontare questo scenario, gli asset manager nel 73% dei casi stanno prendendo in considerazione un consolidamento strategico nei prossimi mesi con un altro player del settore, al fine di accedere a nuovi segmenti, incrementare la propria quota di mercato e attenuare i rischi. Una trasformazione in cui è la tecnologia a ricoprire un ruolo di primo piano con oltre il 90% degli asset manager che per migliorare le performance degli investimenti sta già utilizzando soluzioni innovative tra cui big data, AI e blockchain. PwC stima che queste pressioni, tra cui quelle dovute ai costi e alla concorrenza, porteranno i primi dieci maggiori gestori a controllare circa la metà di tutti gli asset dei fondi comuni di investimento a livello globale, rispetto al 42,5% del 2020.

Il 2022 è stato un anno difficile per i mercati finanziari, con molti indici che hanno registrato il peggior anno dal 2008. Ciò lo ha reso anche un anno complicato anche per i gestori: il patrimonio globale in gestione (AUM) è sceso a 115,1 trilioni di dollari, ossia quasi il 10% in meno rispetto ai massimi del 2021 (127,5 trilioni di dollari). È stato il calo maggiore in un decennio.

Guardando invece al futuro, l’indagine rileva che nei prossimi 12-24 mesi l’inflazione, la volatilità dei mercati e i movimenti dei tassi di interesse sono di gran lunga le maggiori preoccupazioni per gli investitori e gli asset manager. Tuttavia, si prevede una ripresa degli AUM entro il 2027, per raggiungere i 147,3 trilioni di dollari, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 5%.

Esaminando più approfonditamente alcuni temi chiave evidenziati nel rapporto, risulta che i gestori stanno sempre più adottando l’intelligenza artificiale, le tecnologie innovative e l’indicizzazione personalizzata. PwC prevede infatti che gli asset gestiti dai robo-advisor raggiungeranno i 5,9 trilioni di dollari entro il 2027, più del doppio rispetto ai 2,5 trilioni di dollari del 2022. Anche l’indicizzazione personalizzata sta guadagnando popolarità, in particolare tra gli investitori che cercano di ottimizzare i vantaggi fiscali, nonché tra coloro che sono interessati all’ESG, al factor investing e alla costruzione algoritmica del portafoglio. Quasi il 40% degli investitori istituzionali prevede di investire in prodotti di indicizzazione personalizzata nei prossimi 12-24 mesi, mentre quasi la metà degli asset manager prevede di aggiungere queste soluzioni alla propria offerta. Entro il 2027, PwC stima che gli AUM indicizzati diretti saranno più che triplicati, raggiungendo 1,47 trilioni di dollari, circa l’1% degli AUM totali. Al contempo gli ETF attivi dovrebbero passare da 4,6 miliardi a 1,1 trilioni di dollari, arrivando a rappresentare il 7,5% del mercato globale degli ETF.

Ma a spingere la crescita del settore sono i mercati privati. Dal rapporto emerge che, con il ritorno alla crescita dell’economia globale e l’allentamento delle pressioni inflazionistiche e dei tassi d’interesse, i ricavi globali dell’asset e wealth management torneranno a crescere fino a raggiungere i 622,1 miliardi di dollari entro il 2027, superando i massimi storici di 599,4 miliardi registrati nel 2021. PwC prevede che questo aumento sarà guidato da una continua impennata dei ricavi derivanti dai mercati privati, che nel 2022 costituivano il 10,6% degli AUM e che entro il 2027 rappresenteranno circa la metà (49,7%) dei ricavi globali del settore, rispetto al 37,6% del 2020. Allo stesso tempo, i prodotti passivi sono destinati a contribuire solo per il 6,4% dei ricavi globali entro il 2027, nonostante nel 2022 rappresentassero il 26,4% degli AUM complessivi.

A livello geografico segneranno il ritmo di crescita degli AUM i Paesi dell’Asia-Pacifico, insieme ai mercati emergenti dell’Africa e del Medio Oriente. Infatti nello scenario di base di PwC, entro il 2027 i tassi di crescita in Asia-Pacifico saranno superiori di circa il 50% a quelli del Nord America. Parallelamente l’espansione del settore in Medio Oriente, precedentemente lenta a causa della complessità del contesto normativo, è destinata a prendere slancio. Le società operanti nell’asset e wealth management, alla ricerca di nuovi mercati per incrementare i ricavi, hanno un rinnovato impulso nell’approdare in queste regioni di grande valore.

Il settore del risparmio gestito si colloca in una fase cruciale del suo sviluppo, affrontando sfide di fondamentale importanza in un contesto segnato da profondi cambiamenti sociali, economici e geopolitici. Prospettive promettenti attendono le aziende capaci di innovare non solo sfruttando appieno la trasformazione digitale, ma anche orientando la propria offerta per rispondere alle esigenze individuali dei clienti. Per chi al bivio saprà abbracciare il cambiamento, il futuro sarà luminoso.

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