Economia

Ecco gli effetti delle patrimoniali. Un esempio

26
Maggio 2021
Di Daniele Capezzone

Ha destato stupore, dibattito e reazioni virulente la proposta (non si sa se più scombiccherata o intempestiva) del segretario del Pd Enrico Letta di un rilevante appesantimento della tassa di successione per finanziare un sussidio ai diciottenni.

Lasciamo da parte il fatto che ai giovani occorrerebbe offrire un mercato del lavoro funzionante, e quindi effettive opportunità di occupazione, anziché bonus. E concentriamoci invece sulla tassa, cioè su un ulteriore inasprimento fiscale che colpirebbe i patrimoni degli italiani, sia beni mobili sia beni immobili.

Vale la pena di ricorrere a un esempio recente per capire cosa accade quando si preme l’acceleratore su quel tipo di tasse.

Lo si può chiamare “effetto Monti”, o “effetto patrimoniale triplicata”: ma, definizioni a parte, a fine 2019,  Confedilizia, la storica associazione che si batte per la proprietà immobiliare, ha provato – con l’ausilio tecnico del professor Andrea Giuricin, dell’Università di Milano Bicocca – a mettere nero su bianco le conseguenze devastanti sul mattone degli italiani di una serie di fattori, il più grave dei quali è indubbiamente rappresentato dall’operazione che il governo tecnico condusse nel 2011, portando da circa 8 miliardi annui a oltre 25 il gettito annuale delle tasse sugli immobili (tutti: prime case, seconde case, capannoni, negozi, botteghe artigiane, studi professionali, e così via). Da allora, a quella montagna sono stati tolti solo 4 miliardi, quelli corrispondenti alla tassazione sulle prime case (neppure a tutte, come si sa). Morale: è rimasta una mega patrimoniale superiore ai 21 miliardi annui, un salasso che dal 2012 al 2021 è costato ai contribuenti oltre 200 miliardi di euro.

Che effetto ha determinato tutto ciò sul valore degli immobili in Italia? Lo hanno spiegato il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa e il professor Giuricin, e la risposta è impressionante. Fatto 100 il valore che avevano quegli immobili nel 2011, nel 2019 quello stesso valore era già sceso a 76, cioè era diminuito di circa un quarto. La cosa è sensazionale (in negativo): perché in pochi anni è stato bruciato un valore di 1300 miliardi di euro. Nel 2011, infatti, lo stock di immobili esistenti valeva circa 5700 miliardi, mentre otto anni dopo quello stesso insieme di immobili ne valeva 4400. E perfino considerando il valore dei nuovi immobili residenziali che nel frattempo erano stati costruiti, il saldo restava comunque negativo, con una perdita di valore complessivo di 480 miliardi. Inutile dire quanto questa perdita di valore abbia anche determinato una contrazione della propensione al consumo delle famiglie: sia per la liquidità spesa in tasse, sia per l’effetto di paura indotto dal crollo del valore dei propri beni. La cosa è particolarmente grave in un paese in cui – come si sa – la proprietà immobiliare è diffusa, con il 70% delle famiglie proprietarie di una casa: dunque, l’effetto depressivo ha colpito una fetta enorme della popolazione.

La cosa fa ancora più impressione se si considera – come controprova – l’andamento del mercato immobiliare in altri paesi europei. La ricerca presentata a fine 2019 esaminava infatti, oltre all’Italia, anche Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Olanda, Portogallo e Regno Unito. Anche in quei paesi, tra il 2011 e il 2013, c’è stata una crisi, ma poi il mercato – non essendo gravato da quel devastante peso fiscale – si è ripreso, come testimonia inequivocabilmente l’andamento delle curve (e delle cifre). Solo in Italia la caduta è proseguita, e sembra non arrestarsi.

Nel secondo trimestre del 2019, ad esempio, si assisteva a una generalizzata ripresa europea dei prezzi delle case: oltre il 10% di aumento in Portogallo, oltre il 5 in Spagna e Germania, oltre il 4 la media complessiva in Ue, mentre da noi il segno era ancora negativo (-0,2%). Insomma, il mercato italiano (non a caso, il più tassato) era l’unico ancora in crisi. 

Questo è l’effetto degli interventi fiscali di questo tipo. Serve altro per capirlo?

Photo Credits: Stresa Luxury Real Estate

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