Economia

Revolut si candida a diventare la terza banca in Italia

15
Aprile 2025
Di Alessandro Caruso

(Intervista di Alessandro Caruso pubblicata su L’Economista, inserto de Il Riformista)
Se una start up arriva in pochi anni dal lancio a diventare l’app finanziaria più scaricata in Europa nel 2023 ed accreditarsi come vera e propria banca con tre mln di utenti nel 2024, con un tasso di crescita del 60% da un anno all’altro, beh, stiamo parlando di una storia di genialità e successo, che sicuramente ha avuto il merito di inserirsi nel modo giusto nel momento giusto. E il momento giusto è questo, quello in cui la finanza tradizionale sta gradualmente lasciando il passo a quella digitale. E Nicola Vicino, che conosce bene questo settore, dopo le sue esperienze in HSBC Europe, McKinsey & Company e Nexi group, prima di diventare General manager di Revolut, spiega anche perché questo stia succedendo: «Le persone cercano la tecnologia per avere le cose in modo veloce e più economico».

Revolut è partita come alternativa bancaria smart e oggi è diventata non solo una app finanziaria di successo ma anche una vera e propria banca. Qual è oggi la mission in Italia?
«Vogliamo diventare il conto primario degli italiani e per farlo stiamo lavorando a molti progetti, tra cui il conto risparmio, le offerte sui prestiti a consumo e le nuove carte di credito. Vogliamo arrivare a quattro milioni di clienti nel 2025, possiamo farcela. Saremo la terza banca in Italia per numero di clienti».

⁠Nel 2023 l’app di finanza più scaricata in Europa, con oltre 2 milioni di clienti in Italia e una crescita del 60% rispetto all’anno precedente. Quali sono gli ingredienti di questo successo?
«Facciamo in modo che le persone riescano a gestire le finanze in modo facile ed economico. Per arrivare a questo risultato abbiamo voluto garantire la gratuità di alcuni servizi, come l’apertura del conto o i bonifici istantanei: sarebbe stato assurdo farli pagare visto che la metà dei nostri clienti ci utilizza come metro di pagamento peer-to-peer. E poi la semplicità: abbiamo puntato molto sulla user experience per semplificare tutti i processi e renderli accessibili a tutti».

I comportamenti digitali delle persone sono cambiati anche in ambito finanziario?
«La finanza tradizionale è ormai superata, le persone cercano la tecnologia e lo fanno soprattutto per due motivi: vogliono fare le cose in modo più veloce e pagando di meno».

La paura del cyber attacco ha fatto sì che in Paesi come Svezia e Norvegia, recentemente, si sia dibattuto sull’opportunità di favorire un ritorno al contante. Quanto è importante il tema della sicurezza per una banca digitale?
«La cybersicurezza è fondamentale. Dei nostri dipendenti circa un quarto sono impiegati nel team financial crime e nell’antiriciclaggio e nel 2024 siamo stati in grado di sventare tentativi di frode per 700 mln di euro. Ovviamente siamo supportati anche da algoritmi di intelligenza artificiale e machine learning».

L’approccio legislativo italiano è adeguato alle reali esigenze del mercato della finanza digitale?
«In questo momento storico lo sforzo regolatorio è ancora molto concentrato sulla finanza tradizionale, ma è anche normale e giusto che sia così. Sarebbe strano che rimanesse così nei prossimi anni, ma inevitabilmente le cose cambieranno. Quello che notiamo in Italia è che l’attività finanziaria è più regolamentata, in generale, rispetto ad altri paesi».

In che modo contribuite a una maggiore consapevolezza economica e finanziaria tra gli utenti?
«Per noi è un aspetto importante, proprio per rendere più friendly l’approccio alla cultura della finanza digitale. Lo stiamo facendo innanzitutto attraverso i prodotti, anche quelli estesi ai giovanissimi, come il sistema per permettere ai genitori di dare soldi ai figli, la classica “paghetta” che prima di dava in contanti e ora si può trasferire digitalmente. E poi la possibilità di acquisire anche frazioni di azioni, soprattutto quelle molto costose. Sono tutti modi attraverso i quali gli utenti si avvicinano ai servizi, formandosi e sensibilizzandosi allo stesso tempo».