Economia
Rapporto Svimez 2024: competitività e coesione, il tempo delle politiche
Di Ilaria Donatio
Nel corso del 2024 si è andata affermando “un’immagine del Sud relativamente nuova e fortunatamente positiva”, che ha fatto scalpore e stimolato qualche reazione piccata: “una crescita del Mezzogiorno che supera il Centro-Nord” e che macina record di occupati. A parlare, il presidente di Svimez, Adriano Giannola alla presentazione, avvenuta stamane presso l’aula magna della Pontificia Università Gregoriana, del 51° Rapporto dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno.
Protagonisti del dibattito, il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, il sindaco di Napoli e il neo presidente Anci Gaetano Manfredi che è intervenuto da remoto, il vicepresidente di Confindustria Natale Mazzuca, la presidente dell’Ance Federica Brancaccio, la segretaria generale Fp – Cgil, Serena Sorrentino. Il direttore generale della Svimez Luca Bianchi ha introdotto i lavori.
Lo strano primato del Sud (dipinto dal Caravaggio)
Ma avverte Giannola, “la contabilità scientifica avverte che aumentano gli occupati ma diminuiscono le ore lavorate e si ingrossa la schiera dei lavoratori poveri”. Ciò spiega la “voragine della produttività” stagnante dalla quale non si riesce ad uscire e che spiega il “grigiore della stagnazione generale, più evidente al Nord, conclamata al Centro e che è invece persistente normalità al Sud”.
Svimez ha battezzato quello in corso come l’anno della “crescita differenziata”: un titolo che – dice il presidente Giannola – “ironicamente fa il verso alla narrazione leghista dell’Autonomia Differenziata della legge Calderoli, fatta a pezzi dall’accurata, chirurgica, dissezione della Corte Costituzionale”. E invece “i primati del Sud hanno una spiegazione molto semplice che prende il nome da una delle 7 opere della Misericordia dipinta a Napoli da Caravaggio: dar da mangiare agli affamati”.
Insomma, conclude Giannola, “c’è voluta la pandemia e il provvidenziale intervento straordinario Ue del PNRR con le condizionalità per far vedere che il Mezzogiorno è ancora vivo e chiede solo una dieta intelligente collegata ad una ancor più intelligente strategia: quella che consentirebbe di mettere a terra l’evidentissima opportunità per essere quel secondo motore indispensabile a rimettere in corsa il Paese”.
Bianchi: non solo risorse ma individuare le priorità strategiche
“È necessario dare slancio e continuità alla ripresa sostenendo il percorso di crescita e coesione avviato con il Pnrr”. Lo ha detto nella propria introduzione ai lavori, il direttore generale della Svimez Luca Bianchi.
Insomma, è il momento, per la Svimez, di mettere in campo una politica industriale più ambiziosa, declinata attraverso strumenti utili ad attivare processi di trasformazione strutturale e creare occasioni di lavoro qualificato al Sud che “non è un deserto industriale”. Non si tratta solo di assicurare risorse adeguate al Mezzogiorno, ha argomentato Bianchi, ma di “identificare e sostenere le priorità produttive” e delle specializzazioni strategiche: “Meno B&B, più R&D” (Ricerca e sviluppo), perché l’industria è il vero punto di partenza per centrare gli obiettivi di crescita e competitività”.
Il rapporto in cifre: Sud rallenta, rischio nuovo sorpasso del Nord
La legge di bilancio taglierà, secondo le stime di Svimez, le risorse destinate al Sud di circa 5,3 miliardi di euro nel triennio 2025-2027. I dati sull’andamento del Pil del Mezzogiorno passano così dal +1,3% del 2023 contro lo 0,5% del Centro-Nord all’atteso 0,7% del 2025, inferiore allo 1% del resto del Paese, e allo 0,8% del 2026 (a fronte dell’1,1%). La crescita più sostenuta del Mezzogiorno nel 2024 è dovuta, secondo la Svimez, “a una più robusta dinamica degli investimenti in costruzioni (+4,9% contro il 2,7% del resto del Paese) trainati dalla spesa in opere pubbliche del Pnrr. I consumi delle famiglie tornano, invece, in negativo nel 2024 (-0,1% contro +0,3% nel Centro-Nord), frenati dalla crescita dimezzata del reddito disponibile delle famiglie rispetto all’anno scorso (+2,3% nel 2024 contro il +4,5% del 2023) e da una dinamica dei prezzi in rallentamento, ma lievemente più sostenuta rispetto al resto del Paese”.
Musumeci, Sud priorità assoluta ma non sempre vuole cambiare
“Il governo pone priorità assoluta al Mezzogiorno”, ha detto il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci ma, mette in guardia dal fatto che il Sud “non sempre vuole cambiare”.
“Noi lavoriamo – dice Musumeci – in una terra dove il fatalismo, la rassegnazione, la riluttanza verso la formazione e verso l’aggiornamento, dove il familismo esasperato, dove l’individualismo certo non contribuiscono ad un processo di svolta e di crescita. Forse questo è un aspetto non sempre valorizzato, perché si ha il timore di perdere qualche consenso elettorale dicendo quello che invece è necessario dire, perché soltanto se individuiamo uno dei mali e uno dei fattori negativi possiamo intervenire per correggerne gli effetti devastanti”.
Sud deve dotarsi di infrastrutture per diventare appetibile
Il punto sul quale ha battuto di più il ministro Musumeci, è che il Sud necessita di politiche di investimento nelle infrastrutture: “L’investimento è fondamentale in una area dove il divario è notevole, è eccessivo. Nella mia regione (la Siclia, ndr) la ferrovia è ancora a binario unico, non si è completato il cerchio dell’autostrada, il sistema portuale è assolutamente in difficoltà – ha spiegato -. Potrei dire lo stesso di tante aree del Mezzogionro. Se non diciamo che gli investimenti, nel passato e parlo di tutti i governi, sono stati orientati nel Centro-Nord, finiamo con l’essere reticenti con noi stessi. E un’area diventa appetibile solo se è dotata di infrastrutture di base, economiche e sociale: molte di queste cose mancano nel Mezzogiorno di Italia”. Musumeci ha dunque concluso sottolineando che questa è l’occasione, “preziosa”, per il Sud di “dotarsi di infrastrutture materiali e immateriali, altrimenti ogni processo di visione di sviluppo del Mezzogiorno resta un tema da tavola rotonda”.
Zuppi (Cei): “Solidarietà e sussidiarietà”
“Occorre sempre pensarsi insieme”: lo ha detto questa mattina il card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, a margine della presentazione del Rapporto Svimez sull’Economia e la società del Mezzogiorno che si è tenuto a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana. “Le due velocità devono trovare una unica strada quella che è quella della solidarietà e della sussidiarietà. Poi spetta alla politica trovare le forme”, ha concluso. Per il card. Zuppi dobbiamo “ritrovare tutti quello che ci unisce e lavorare insieme per combattere le disuguaglianze”.
Manfredi (Anci): Gestione efficiente del Pnrr dimostra che serve più spazio ai Comuni
“La gestione del Pnrr”, ha detto Gaetano Manfredi, presidente Anci e sindaco di Napoli, “ha dimostrato in maniera uniforme, con performance del Mezzogiorno in alcuni casi migliori rispetto ad altre parti del Paese, che le amministrazioni pubbliche più efficaci della realizzazione del Piano sono stati proprio i Comuni. Se vogliamo un cambio di passo nella qualità dell’amministrazione del Paese, dobbiamo dare più ruolo ai Comuni ed assicurare loro più spazio nella programmazione”.
“Sindaci e Comuni conoscono molto bene le esigenze dei territori – ha sottolineato Manfredi – quindi vanno inseriti in una pianificazione di area vasta, che può anche rispondere ad esigenze più puntuali dei territori”. Il presidente Anci si è detto convinto che “è il momento di dare più spazio ai Comuni sia nel campo della gestione che della realizzazione delle infrastrutture, ma anche nel rapporto con la Commissione europea. Abbiamo davanti una stagione di riforme delle politiche di coesione; dare più spazio ai Comuni non è solo un’idea italiana, ma dei responsabili politici di altri stati con cui mi sono confrontato”.
Fotografie, riprese e montaggio a cura di Simone Zivillica