Economia
Quei 6500 produttori di Pinot grigio in attesa di notizie dalla Casa Bianca
Di Ilaria Donatio
(Articolo pubblicato su L’Economista de Il Riformista)
Le dinamiche internazionali con la minaccia di barriere tariffarie, il clima, il costo dell’energia, le nuove tendenze di consumo e il ruolo della tecnologia. Alla vigilia del Vinitaly, le sfide che interessano l’intero settore vitivinicolo italiano appaiono enormi: «Questo sarà un Vinitaly di attesa e preoccupazione: l’Ue ha rimandato di un paio di settimane la decisione sui dazi da applicare ai prodotti americani, in particolare al whisky». A parlare è Stefano Sequino, direttore del Consorzio tutela vini doc delle Venezie, che interessa le regioni del Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino.
Il Consorzio rappresenta un aggregato interregionale di produttori di Pinot Grigio con 6.500 operatori e un vigneto di circa 27.000 ettari. La produzione annuale ammonta a 230 milioni di bottiglie. Un sistema di produzione del Pinot Grigio che vede nella doc delle Venezie una «denominazione di “ricaduta” per molte altre doc locali», circa una ventina, per la sua forte propensione al commercio estero: il consorzio diretto da Sequino, infatti, accoglie ogni anno circa 220/250.000 ettolitri di prodotto provenienti dalle altre doc del territorio che la doc delle Venezie imbottiglia e vende all’estero. «Il 95% della produzione è destinato all’esportazione, con gli Stati Uniti che rappresentano da soli il 45% dei volumi. Altri mercati chiave sono il Regno Unito, la Germania, il Canada e alcuni paesi asiatici come il Giappone».
La preoccupazione per l’introduzione di dazi, soprattutto se si arrivasse a un aumento del 200%, è un tema caldo: «I produttori temono che i prezzi dei loro prodotti diventino insostenibili per il consumatore medio, portando a una perdita di mercato difficile recuperare: il Pinot Grigio passerebbe da una fascia di prezzo compresa tra i 10 e i 20 dollari a un range tra i 30 e i 40 dollari».
Un impatto quasi impossibile da reggere su un mercato «dove il consumo di vino sta lentamente diminuendo e la fidelizzazione dei consumatori più giovani è sempre più difficile».
La platea dei consumatori, poi, è completamente cambiata negli anni, con la crescente «presenza di consumatori più giovani, meno legati ai tradizionali rituali del vino e più attenti a fattori come la sostenibilità e la salute»: un pubblico che il Consorzio intercetta, sperimentando eventi più informali e serate a tema, invece dei format tradizionali». Ma ci sono anche innovazioni di prodotto: «Stiamo lavorando su una tipologia di Pinot grigio a più bassa gradazione alcolica (circa 9 gradi rispetto ai 13-14 tradizionali) che avrà come conseguenza una modifica al disciplinare di produzione, con l’obiettivo di andare incontro a una richiesta di mercato sempre più convinta».
È in questo contesto che si inquadra la collaborazione con “Vinitaly and the City”, il fuori salone di Vinitaly:per il secondo anno il Consorzio allestirà un’enoteca brandizzata Doc delle Venezie, per attirare non solo l’audience scaligera ma anche un pubblico più giovane.
Costo dell’energia e cambiamento climatico sono infine due freni incredibili alla competitività: «Qualche anno fa abbiamo molto sofferto per l’aumento dei costi relativi ai materiali secchi, quelli per l’impianto del vigneto, del vetro ma anche di logistica: ora c’è stato un assestamento verso l’alto», spiega Sequino. Quanto al clima, è stato avviato «un progetto teso a inserire all’interno del disciplinare varietà resistenti, i cosiddetti PIWI che hanno bisogno di meno fitofarmaci per difendersi dalle aggressioni esterne».
Anche la “contaminazione” di settori diversi è una strategia vincente per raggiungere nuove nicchie di mercato: Sequino cita le collaborazioni con istituzioni culturali, come il Fondo per l’Ambiente Italiano.
E accanto alla digitalizzazione e alle competenze necessarie per governarle, c’è il tema cruciale del ricambio generazionale: «Il Consorzio siglerà un accordo a metà aprile con la rete degli istituti tecnici agrari d’Italia per avvicinare il mondo della formazione alla filiera e alle imprese: l’obiettivo è agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro dei più giovani e favorire cambiamenti nel settore».
