Economia
Psb, Giorgetti non ha paura dei tagli e non vuole toccare la sanità
Di Giampiero Cinelli
Le regole di bilancio sono tornate. Quelle del nuovo Patto di Stabilità possono essere messe all’interno di piani concordati ma risultano ugualmente cogenti. Forse oggi anche di più, alla luce del contesto globale incerto e di previsioni di crescita a ribasso. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è stato schietto in audizione davanti alle Commissioni riunite di Camera e Senato, parlando del Piano Strutturale di Bilancio (Psb): «Un documento allo stesso tempo ambizioso ma realistico. La stabilità della finanza pubblica è un elemento di grande rilevanza, il piano delinea un quadro di finanza pubblica che porta ad una stabile riduzione dello stock del debito pubblico e dei relativi oneri, che è una necessità ineludibile».
Giorgetti ha spiegato che la recente revisione delle stime Istat «ha comportato una correzione meccanica al ribasso della crescita acquisita per il 2024, che rende più difficile il conseguimento di una variazione annuale del Pil reale dell’1% per l’anno in corso. Confermati invece gli obiettivi per il 2025 e 2026. Più che aumentare le tasse, taglieremo le spese, tranne la spesa sanitaria su cui ci impegniamo a mantenere l’incidenza sul Pil». E anche sulle accise prova a calmare gli animi: le misure saranno «graduali, l’obiettivo è evitare contraccolpi».
Poi è stato annunciata la revisione dei dati catastali, alla luce degli effetti sul patrimonio immobiliare generati dal Superbonus. Su questa misura il ministro conta molto, nonostante tale approccio sia inusuale per il centrodestra dei nostri tempi. «La manovra stanzierà anche le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici per il 2025-27. Le risorse deriveranno dagli spazi in deficit e da coperture specifiche, Per il resto tagli alla spesa sono attesi trasversali», inoltre sollecitando il risparmio delle pubbliche amministrazioni.
Intanto oggi l’Aula della Camera ha approvato con 183 voti a favore, 118 contrari e 2 astenuti la risoluzione di maggioranza sul Piano strutturale di bilancio. Il documento deve a breve essere inviato a Bruxelles e costituirà l’ossatura della prossima Legge di Bilancio, nella quale si punta a confermare tre scaglioni Irpef, vedremo se modulati diversamente rispetto agli attuali. Anche il Senato ha dato l’ok al Psb con 95 sì, 66 no e 4 astenuti. Precluse, quindi, in entrambi i casi le risoluzioni presentate delle opposizioni, su cui il governo aveva dato parere contrario.