Economia
Nuovi prodotti da fumo, il modello italiano di fiscalità ha funzionato. Ora continuare così
Di Giuseppe Pizzonia
(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto economico de Il Riformista)
I nuovi prodotti del tabacco e della nicotina, caratterizzati dall’assenza di combustione, stanno cambiando radicalmente le abitudini dei fumatori. Tabacco riscaldato, sigarette elettroniche, e altri prodotti a base nicotina, devono però poter contare su regole (anche) fiscali specifiche e appropriate. L’Italia, tra i vari Stati Ue, ha fatto da apripista e ha da tempo una legislazione all’avanguardia, che può rappresentare un riferimento anche per eventuali future legislazioni europee.
Questi i punti fondamentali: una definizione univoca per i nuovi prodotti, ad esempio per i tabacchi da inalazione senza combustione, seguendo le norme doganali internazionali, per garantire fluidità negli scambi. Poi, una tassazione specifica (cioè sulle quantità), distinta e meno onerosa rispetto agli altri prodotti da fumo, per tener conto delle rispettive differenze: minore impatto sulla salute, elevato grado di ricerca ed innovazione tecnologica e rilevante contributo alla crescita e alla competitività italiana ed europea.
Fondamentale è stata la programmazione pluriennale della tassazione, adottata in Italia dal 2023 per tutti i prodotti. Ha dato agli operatori un quadro certo per la pianificazione degli investimenti; differenziando tra prodotti tradizionali e innovativi, ha al contempo assicurato un gettito fiscale crescente e contrastato efficacemente i fenomeni illeciti, secondo una logica win-win. Il piano pluriennale scadrà quest’anno: è importante che Governo e Parlamento proseguano sulla strada già intrapresa, con una nuova programmazione basata come la precedente su differenziazione fiscale e allineamento progressivo alle medie europee.
Gli investimenti nel settore sono cruciali per il nostro Paese. Anche in questo l’Italia è un modello di riferimento: la filiera dei prodotti del tabacco riscaldato occupa complessivamente oltre 40.000 addetti ed ha un rilevante duplice impatto sull’economia nazionale.
Sul lato della filiera agricola, grazie ad accordi pluriennali – recentemente rinnovati – viene assicurato ai produttori nazionali di tabacco – primi in Europa per volumi di produzione – uno sbocco garantito ad un prezzo congruo e remunerativo.
Sul lato industriale, si registra un export per il made in Italy di circa 1.9 miliardi di euro, senza poi contare altre realtà basate sui prodotti senza combustione. L’Italia è dunque l’hub mondiale per l’innovazione in questo settore.
È così che una produzione da old economy, circondata da un’aura di negatività, può – grazie all’innovazione tecnologica – trasformarsi in un importante volano per l’economia nazionale.
