Economia

Previsioni Istat, nel 2023 cresceremo ma molto meno. Fondamentali gli investimenti

06
Dicembre 2022
Di Giampiero Cinelli

L’Istat ha rilasciato oggi le sue previsioni economiche per l’Italia nel 2023. Come già si pensava, il Pil dovrebbe calare molto anche secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, al +0,4%. Tuttavia, questa crescita, sebbene insoddisfacente, sarà generata da due variabili fondamentali come la domanda interna e gli investimenti. Lo scambio con l’estero di beni e servizi invece andrà in territorio negativo. Anche nell’anno in corso la bilancia commerciale è prevista in disavanzo. Sostanzialmente, pesano sul Paese l’inflazione e il rallentamento generale dell’economia globale.

Nel mondo

L’area euro crescerebbe l’anno prossimo solo dello 0,3%, rispetto al 3,2% attuale, gli Usa registrerebbero lo 0,7% di Pil. Lieve flessione anche per il Giappone. Il prezzo al barile del Brent starebbe sugli 86 dollari, mentre il cambio dollaro/euro dovrebbe attestarsi sull’1,04. Si comprendono dunque le aspettative negative sul volume del commercio mondiale.

L’Italia

«Nel biennio di previsione 2022-2023, l’aumento del Pil verrebbe sostenuto dal contributo della domanda interna al netto delle scorte (rispettivamente +4,2 e +0,5 punti percentuali) mentre la domanda estera netta fornirebbe un apporto negativo in entrambi gli anni (-0,5 e -0,1 punti percentuali). Nel 2023 le scorte dovrebbero fornire un apporto nullo».

I consumi delle famiglie residenti diminuiscono e passano al +0,4%. Nel complesso la domanda si attesterà al +0.5%. Gli investimenti sono attesi rappresentare l’elemento di traino dell’economia italiana sia nell’anno corrente (+10,0%) sia, in misura più contenuta, nel 2023 (+2,0%).

L’occupazione nel 2023 si attesterebbe all’8,2%, in linea con i livelli del 2022 e degli ultimi anni, seppur in peggioramento di due decimali rispetto all’anno in corso.

La prolungata fase di crescita dei prezzi, sostenuta dall’eccezionale aumento di quelli dei beni energetici, si rifletterà sulla spesa delle famiglie residenti per un +5,4%.

La risorsa

Un elemento dirimente sarà appunto quello dell’inflazione, che nei prossimi mesi può scendere, ma servirà capire su quali voci di spesa e a che intensità. Al contempo il piano di investimenti pubblici già delineato è fondamentale per l’anno che verrà. Secondo l’Istat il rapporto tra investimenti e Pil si attesterebbe al 21,5%.