Economia
Pnrr, chiesto il pagamento della quarta rata. Fitto fa il punto
Di Giuliana Mastri
È stata inviata alla Commissione Ue la richiesta di pagamento della quarta rata del Pnrr di 18.927.100.102 di euro (comprensiva della quota di anticipazione del 13% ricevuta ad agosto 2021 pari a 2.460.523.013 milioni di euro). La richiesta poggia sul raggiungimento, programmato, di 28 traguardi-obiettivi previsti. L’erogazione dell’importo dovuto, pari a 16.466.577.089€, avverrà, da parte della Commissione nei prossimi mesi, al termine dell’iter di valutazione previsto dalle procedure europee, in linea con quanto già fatto con le precedenti richieste.
«La richiesta di pagamento presentata dal Governo è il frutto di un proficuo lavoro svolto in piena sintonia con la Commissione europea che il 28 luglio 2023 ha approvato la proposta di modifica di 10 obiettivi e di aggiunta della milestone relativa ai posti letto per gli studenti universitari», ha dichiarato Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione. «Abbiamo messo ordine a una situazione assolutamente complessa, creando una struttura unica di coordinamento con una visione chiara a giugno 2026, per non trovarci nelle condizioni di vederci revocare i progetti del Pnrr. Nel piano 2014-2020 il nostro Paese ha avuto una capacità di spesa solo del 34% dei 126 miliardi provenienti da Bruxelles e sul Pnrr abbiamo individuato 67 miliardi destinati a progetti antecedenti alla definizione del Piano e dunque inammissibili. Ci siamo dovuti, dunque, riorganizzare rispetto alle severe condizioni imposte per ottenere i fondi, fino a giungere all’ok definitivo della terza rata ed essere in grado di richiedere il pagamento anche della quarta rata».
Come Fitto aveva già detto, quindi, le infrastrutture per gli studenti sono ancora contemplate ma vengono spostate sull’orizzonte della quarta rata. Modifiche al piano comunque ci saranno, per evitare di perdere le erogazioni visti i ritardi e le difficoltà concrete di dare forma ai progetti, e riguarderanno con tutta probabilità alcune voci di spesa destinate ai comuni. I Piani urbani integrati, ad esempio, poggiano su progetti già avviati prima dell’istituzione del Recovery Plan e quindi non saranno ammessi. La scadenza per portare il Pnrr in porto è il 2026. Gli sforzi del ministro sono nell’ottica di arrivarci avendo “chiuso tutte le pratiche”.