Escludere undici categorie di lavoratori dall’effetto della norma che prevede l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni e non e non rinviarne l'applicazione. Questa è la strategia del governo Gentiloni, costretto a destreggiarsi tra le promesse elettorali e le necessità della legge Fornero. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, è previsto "un intervento chirurgico" che dovrebbe bloccare l’aumento dell’età non per tutti ma solo per i lavoratori che svolgono le cosiddette attività gravose. Sono undici categorie in tutto: maestre di asilo nido e di scuola materna, infermieri che fanno i turni di notte, macchinisti, camionisti, gruisti, muratori, facchini, badanti di persone non autosufficienti, oltre agli addetti alle pulizie, alla raccolta dei rifiuti e alla concia delle pelli.
L’aumento dell’età pensionabile scatterebbe nel 2019. Il decreto del ministero del Lavoro che adegua automaticamente l’età della pensione alla speranza di vita calcolata a 65 anni va emenato per legge entro la fine dell’anno. Le tabelle appena pubblicate dall’Istat dicono che, tra il 2013 e il 2016, la speranza di vita è aumentata di cinque mesi. Per questo il decreto del ministero dovrebbe far salire proprio di cinque mesi l’età della pensione. Nelle settimane scorse il governo sembrava deciso a rimandare la scelta a dopo le elezioni, per evitare ricadute sul voto di primavera. Adesso rischia di non poterlo fare per i rilievi della commissione europea. Di qui la decisione di escludere le undici categorie. Ma la strada è molto tortuosa e rischiosa.