Economia

Ocse, aumenta incertezza, da dazi rischi per crescita e prezzi

17
Marzo 2025
Di Ilaria Donatio

Nelle sue previsioni, l’Ocse taglia le stime sul Pil mondiale, che nel 2025 aumenterà del 3,1%, lo 0,2% in meno rispetto a quanto indicato a dicembre. Nel 2026, si fermerà allo 0,3%, lo 0,3% in meno (la crescita era stata del 3,2% nel 2024). Quasi tutti i Paesi esaminati frenano, rispetto alle previsioni di pochi mesi fa, quando il presidente statunitense non si era ancora insediato alla Casa Bianca. Risalgono, invece, le stime sull’inflazione americana, vista al 2,8% nel 2025, lo 0,7% in più.

L’Organizzazione con sede a Parigi nel suo Rapporto intermedio sulle prospettive economiche spiega che se i dazi saranno confermati «saranno un ostacolo per l’attività economica globale» e faranno salire «il prezzo dei prodotti finali importati per consumatori e imprese».

«Un aumento più ampio delle barriere commerciali colpirebbe la crescita in tutto il mondo e aumenterebbe l’inflazione», sottolinea l’Ocse. E «un’inflazione più elevata del previsto determinerebbe una politica monetaria più restrittiva».

Navigare in acque incerte
Non è un caso che il nuovo Report abbia come sottotitolo “Navigare in acque incerte”: l’Ocse prende in considerazione i dazi e le misure ritorsive del 25% tra Stati Uniti da un lato e Canada e Messico dall’altro, che dovrebbero entrare in vigore da aprile. Vengono considerati anche i dazi tra Usa e Cina. Non vengono quindi ancora prese in esame le tariffe contro l’Unione Europea.

Insieme all’aumentata incertezza geopolitica, l’effetto è comunque un freno sulla crescita, che per gli Usa si traduce in un aumento del Pil del 2,2% nel 2025, contro il 2,4% stimato a dicembre. Nel 2026, la crescita si fermerebbe all’1,6% (lo 0,5% in meno). Nel 2024, la crescita era stata del 2,8%. Con una economia che rallenta, l’inflazione complessiva rimarrebbe sopra il target Fed e quella core risalirebbe addirittura verso il 3% quest’anno.

L’effetto sarebbe più forte per Canada e Messico, che sono economie più dipendenti dal commercio, laddove per il Messico (Pil in calo dell’1,3% nel 2025 e stime tagliate del 2,5%) si prevede una recessione.

Europa e Cina
La crescita del Pil nell’area dell’euro dovrebbe essere pari all’1% nel 2025 e all’1,2% nel 2026, in ribasso dello 0,3% in entrambi gli anni rispetto alle stime di dicembre. L’inflazione è vista tornare al 2% nel 2026.

Per l’Italia, la crescita del Pil si fermerebbe allo 0,7% quest’anno (-0,2%) e resterebbe sotto l’1% anche il prossimo (allo 0,9%, con un taglio delle previsioni dello 0,3%). La Germania registrerebbe una crescita dello 0,4% nel 2025 e dell’1,1% nel 2026.

L’Ocse conferma invece le stime di crescita della Cina, al 4,8% quest’anno e al 4,4% nel 2026.