Economia
Nadef, il governo potrà spendere 9 miliardi in più. Giorgetti: «Abbassare le bollette la priorità»
Di Giampiero Cinelli
Ieri il Senato e la Camera hanno approvato la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Nadef) presentata dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. Il documento è il preludio alla Legge di Bilancio che, assicura Giorgetti, sarà presentata entro due-tre settimane al parlamento.
Il ministro ha illustrato alcuni cambiamenti rispetto al Def di settembre stilato da Mario Draghi e Daniele Franco. Il quadro tendenziale, ossia le previsioni, sono migliorate, liberando spazio in manovra e più risorse da usare. I risultati del terzo trimestre fanno attestare il Pil 2022 al 3,7%. Nel 2023 si abbassa però allo 0,3% (il governo vuole puntare a uno 0,6%) per poi risalire a 1,8 nel 2024. Ecco perché l’Esecutivo stima un deficit quest’anno del 5,1%, utile a sostenere le misure di sostegno contro il caro energia. Il deficit poi calerà nel 2023 al 3,4% secondo le stime tendenziali, tuttavia potrebbe arrivare al 4,5% soppesando gli obiettivi fissati dalla squadra di Giorgia Meloni. Per adesso, cosa significano questi numeri in termini pratici? 9,1 miliardi in più da mettere sulle bollette. Anche grazie al maggiore gettito iva. L’inflazione è attesa in calo dal prossimo anno, anche se resterà comunque a un livello di guardia.
Giù anche il debito pubblico, 145,2 sul Pil quest’anno, 143,3% nel 2023 fino al 140% nel 2025, ma Palazzo Chigi se lo aspetta al 141,2% nel quadro programmatico (calcolando cioè anche gli interventi che farà). Anche il saldo primario dello Stato (ossia la differenza tra entrate e uscite prima del pagamento degli interessi) tornerà in avanzo dal 2023 (0,7%) e lo sarà fino al 2025.
La pressione fiscale è invece indicata al 43,8% del Pil nel 2022, mentre nel prossimo triennio è prevista una riduzione annua media di circa 0,4 punti percentuali, attestandosi al 42,5% del Pil nel 2025.
Riguardo alla spesa pensionistica, il ministro ha sottolineato che nel periodo 2022-2025 la spesa, per effetto del meccanismo d’indicizzazione all’inflazione, avrà un incremento per oltre 50 miliardi e proprio oggi ha firmato il decreto di adeguamento delle pensioni in base ai dati Istat.