Economia

Fabi, +70% i mutui a tasso variabile con i rialzi della Bce

19
Giugno 2023
Di Giampiero Cinelli

Se ancora ci si chiede per quale motivo i media diano tanta attenzione alle questioni di politica monetaria, basterà vedere l’impatto che queste hanno sulla vita privata dei cittadini. Ad ogni riunione della Bce, specialmente quelle dell’ultimo periodo, il titolare di un mutuo freme. Va detto che la gestione dei tassi d’interesse interbancari non ha ufficialmente un impatto diretto sugli interessi che pagano i debitori a un istituto di credito, tuttavia può esserci indirettamente e quasi sempre c’è, perché se una banca deve pagare di più per finanziarsi presso la Banca Centrale, allora è molto probabile che stabilirà un margine di profitto maggiore sui prestiti che eroga a cittadini e aziende. Soprattutto per quanto riguarda i mutui stipulati a tasso variabile.

Dopo gli ultimi rialzi operati dalla Bce, con riferimento ai calcoli effettuati dalla Fabi (Federazione autonoma bancari italiani), emerge che, per un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro di 25 anni (il tasso medio applicato dalle banche potrebbe essere superiore al 6%), la rata mensile sarà di 1.304 euro, mentre per un prestito da 100.000 euro, sempre di 25 anni, col tasso al 5,3%, la rata mensile sarà di 609 euro.

Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati fino alla fine del 2021 e inizio 2022, non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso. Le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono invece cresciute in media del 70-75%. Cioè chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 875 euro. Ovvero 375 euro in più. Secondo Fabi «È molto probabile che, alla luce della decisione della Bce, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano salire ancora». I nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa 1,8% anche oltre il 5%, con le rate mensili che possono o potranno risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche più che raddoppiate. I nuovi mutui a tasso variabile potrebbero arrivare, a breve, in media, verso il 6% dallo 0,6% di fine 2021. In sostanza, per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile sarà di 1.090 euro, ben 325 euro in più (+63,9%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa ovvero 665 euro.

Rispetto a pochi mesi fa lo scenario è totalmente cambiato e in modo repentino. Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine marzo 2023, a 425,5 miliardi di euro, in crescita di circa 50 miliardi rispetto a fine 2017, ricorda la Fabi nel dossier. Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo sono circa 3,5 milioni, su un totale di 6,8 milioni di cittadini indebitati anche con altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali. Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 251,2 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in linea con i valori di fine 2017, ma in rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse.