Economia
Mercati sulle montagne russe e investitori in trincea, l’effetto della guerra sui mercati
Di Massimiliano Mellone
Ci lasciamo alle spalle una delle settimane più drammatiche della storia recente, con la Russia che ha lanciato una sanguinosa invasione dell’Ucraina, scatenando violente reazioni dei mercati finanziari globali che hanno coinvolto tutte le asset class e, in particolare, il comparto delle materie prime energetiche.
VOLANO PETROLIO E GAS
La Russia è il secondo produttore mondiale di petrolio e fornisce circa il 35% dell’approvvigionamento di gas naturale dell’Europa e il 50% della Germania. A causa dei timori di una potenziale riduzione dell’offerta di petrolio a seguito della guerra, il prezzo del greggio ha superato i 100 dollari al barile per la prima volta dal 2014. Allo stesso tempo, ad Amsterdam il future sul gas giovedì è aumentato di circa il 40%. Nonostante venerdì abbiamo assistito a un calo dei prezzi, i mercati rimangono nervosi.
L’AUMENTO DEI PREZZI DI GRANO E CEREALI
Il prezzo del grano è salito sui massimi degli ultimi 10 anni per i timori dovuti alle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina sulle forniture di cereali e semi oleosi. I due Paesi sono infatti tra i maggiori esportatori mondiali di queste commodity. Un’interruzione dell’approvvigionamento dalla regione del Mar Nero è infatti in grado di mettere sotto pressione i prezzi e far aumentare ulteriormente l’inflazione dei generi alimentari.
MERCATO ORSO IN ARRIVO?
Il crollo dei mercati azionari globali avvenuto giovedì 24 febbraio ha bruciato quasi 1 trilione di dollari di valore, accelerando la discesa degli indici già in corso da inizio anno a causa dei timori degli investitori per la fine delle politiche espansive da parte delle banche centrali. Un calo a cui sono seguiti rialzi altrettanto forti nella giornata di venerdì 25, con gli investitori che hanno puntato su un effetto blando delle sanzioni imposte alla Russia e su una rapida conclusione del conflitto.
Tra le reazioni dei mercati, appare gravemente compromessa la situazione di quello azionario russo, che giovedì è stato colpito duramente: gli indici MOEX di Mosca e MSCI Russia sono crollati, rispettivamente, del 33% e del 38%, arrivando entrambi a perdere oltre il 50% rispetto al massimo più recente.
AVVIO DELLA SETTIMANA TURBOLENTO PER I MERCATI
Con la penalizzazione delle riserve della banca centrale russa, l’esclusione di alcune banche russe dal sistema di pagamenti internazionale Swift e le ulteriori sanzioni previste contro gli oligarchi russi, le potenze occidentali stanno cercando di isolare economicamente Mosca. Queste misure stanno già impattando gravemente sull’economia russa, causando un nuovo crollo del rublo nei confronti del dollaro americano del 30% circa. Una situazione che ha portato la banca centrale russa a effettuare un intervento straordinario sui tassi di interesse, alzati stamane dal 9,5% al 20%. Intanto, in attesa dell’esito dell’incontro tra la delegazione ucraina e russa al confine con la Bielorussia, le reazioni dei mercati azionari europei hanno fatto registrare un’apertura della settimana in negativo mentre le materie prime proseguono nella loro impennata.
“BUT THE DIP”?
Come si muoveranno gli investitori? La strategia di comprare i ribassi (“buy the dip”), che nell’ultima bull run ha premiato in numerose occasioni, ora rischia di essere una mossa azzardata. Infatti gli effetti sull’economia globale del più grande attacco a uno stato europeo dalla seconda guerra mondiale sono ancora tutti da quantificare e ci sono alte probabilità che anche le prossime settimane saranno nel segno della volatilità.
Eppure il sell-off provocato dalla pandemia di Covid-19 a marzo 2020 si rivelò una grandissima opportunità di acquisto. Tuttavia gli investitori poterono contare su una politica monetaria espansiva da parte delle banche centrali che, al contrario, oggi si teme abbiano le armi spuntate a causa dell’inflazione che rischia di andare fuori controllo, in particolare per l’impennata del caro energia.
Sebbene la situazione in Ucraina sia in evoluzione, un argomento a favore di chi intende acquistare asset rischiosi sulla debolezza delle quotazioni è che i ribassi avvenuti in passato a causa di eventi geopolitici hanno avuto breve durata. Uno studio di LPL Financial sui 37 principali eventi geopolitici avvenuti dopo la seconda guerra mondiale ha infatti rilevato che nell’anno seguente le azioni hanno registrato in media un incremento dell’11%, salvo che non si verifichi una recessione.