Economia
L’Italia del futuro sarà senza contanti
Di Massimiliano Mellone
Mentre il Governo è alle prese con l’attuazione del PNRR, un piano in cui la transizione digitale e l’innovazione costituiscono degli obiettivi fondamentali, nel dibattito politico italiano torna di attualità il tetto ai pagamenti in contanti, con la soglia che per il 2022 torna a 2.000 euro grazie all’approvazione di un emendamento al decreto Milleproroghe. Un fatto che sottolinea quanto il nostro Paese sia ancora legato ai sistemi di pagamento più tradizionali, anche se negli ultimi due anni abbiamo assistito all’accelerazione del digitale anche a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia che hanno cambiato le nostre abitudini.
Ad esempio, secondo alcune delle evidenze emerse dagli Osservatori Innovative Payments e Innovazione Digitale nel Turismo – School of Management del Politecnico di Milano, la crisi sanitaria ha fortemente influenzato il mercato della Mobility in Italia. Infatti la volontà di ridurre al minimo i contatti ha cambiato le abitudini di acquisto dei consumatori, facendo spazio all’adozione di strumenti di pagamento digitali e innovativi anche in comparti tipicamente legati all’uso del contante: tra tutti quello dei taxi, che nel 2021 vede una crescita di 10 punti percentuali rispetto al 2019 della penetrazione delle carte per i pagamenti.
Con l’avvento delle nuove tecnologie di pagamento digitale, grazie all’avvento di smartphone, wearable device, POS e infrastrutture blockchain, il passaggio verso la cosiddetta cashless society è avviato e corre rapidamente, parallelamente al progressivo ridimensionamento del ruolo del contante. Senza contare che 81 Paesi nel mondo, Cina in primis, stanno conducendo sperimentazioni sulla digitalizzazione delle monete nazionali e la BCE nel 2023 presenterà i risultati di un’investigazione sulla fattibilità dell’euro digitale.
Come pagheremo acquisti e transazioni finanziarie nel prossimo futuro? A fare il punto è l’ultimo report EY Digital Payments secondo cui in Italia nel 2025 il 50% dei pagamenti sarà digitale. Una percentuale in decisa crescita rispetto al 33% certificato nel 2020 dall’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano. I servizi maggiormente trainanti di questa transizione sono tre: “buy now, pay later” indicato dal 54% del campione, seguiti da blockchain e super app, citati dal 39% degli interpellati.
Il mercato dei pagamenti digitali presenta anche delle criticità per i player del settore principalmente indicati nella compliance normativa (60%), dell’elevata competizione (59%), oltre ai temi riguardo la corretta rilevazione di frodi e riciclaggio indicati rispettivamente dal 36% e al 25% degli operatori del settore intervistati.
Uno dei temi cruciali emersi dal sondaggio riguarda la collaborazione con player tecnologici e realtà fintech innovative che viene indicata come vantaggio strategico da ben l’80% del campione, in quanto fattore in grado di abilitare modelli di business innovativi. Al secondo posto tra i plus derivanti dai pagamenti digitali viene indicata dal 50% degli intervistati la possibilità di poter ampliare la propria offerta e personalizzarla, grazie all’uso dei dati derivanti dalle transazioni effettuate. Tra gli strumenti di pagamento digitali invece il sistema delle criptovalute è nel nostro Paese ancora poco diffuso, nonostante l’aumento di soluzioni finanziarie e transizioni basate sulla tecnologia blockchain. Ciò è anche dovuto alla scarsa cultura da parte di commercianti e consumatori su tale strumento, legata anche alla mancanza di una regolamentazione comunitaria definita e trasparente. Ma in futuro, secondo quanto emerge dal report EY, Blockchain e criptovalute cambieranno completamente il mondo dei pagamenti al punto da portare al probabile tramonto dei metodi di pagamento tradizionali.