Economia

Legge di Bilancio 2025, ecco il testo definitivo. Le aliquote Irpef sono tre

23
Ottobre 2024
Di Giampiero Cinelli

La nuova legge di bilancio è stata trasmessa nella sua versione definitiva e sarà presto esaminata dalle Camere. Vale, come anticipato, 30 miliardi complessivi, di cui 9 in deficit. Le audizioni iniziano da lunedì 28 ottobre, il termine emendamenti è previsto tra venerdì 8 e domenica 10 novembre. I relatori alla Camera sono Ylenja Lucaselli (FdI), Mauro D’Attis (FI) e Silvana Comaroli (Lega). In aula il testo è atteso lunedì 18 novembre.

Nel testo vengono confermate le tre aliquote Irpef, rispettivamente al 23% per lo scaglione di reddito fino a 28.000 euro, al 35% oltre 28.000 euro fino a 50.000, al 43% oltre i 50.000. Misure di sostegno al reddito possono essere previste anche per i redditi da lavoro dipendente non oltre i 20.000 euro. Mentre la riduzione del cuneo fiscale (sul lavoro dipendente) comprenderà i redditi fino a 40.000 euro.

Di conseguenza si riordinano le detrazioni a beneficio delle famiglie. Fermo restando i limiti per i patrimoni più alti, la somma è pari a 14.000 euro se il reddito complessivo del contribuente è superiore a 75.000 euro; 8.000 euro se il reddito complessivo del contribuente è superiore a 100.000 euro.

La manovra introduce inoltre imposte sui soggetti che hanno ricavi da servizi digitali e sulle plusvalenze da criptovalute che dovrebbero salire al 41%.

Via libera ai fringe benefit con la soglia di esenzione a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e a 1.000 euro per tutti gli altri. Importi maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza oltre i 100 chilometri di distanza.

Resta, anche per il 2025, del bonus ristrutturazioni al 50%, ma limitatamente alle prime case, per le seconde case si potrà fruire della detrazione al 36%.

Prorogato anche il bonus mobili al 50% per tutto il 2025.

Incentivi all’occupazione di giovani e donne, anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027. Con la decontribuzione in favore delle imprese localizzate nella Zes e gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie, la transizione digitale ed ecologica.

Con la legge di bilancio si incrementa di 3 milioni di euro annui a decorrere dal 2025, la spesa per una campagna di scavi archeologici, conservazione e messa in sicurezza delle aree di interesse. Novità pure per gli immobili di valore culturale: «Gli immobili restaurati o sottoposti ad altri interventi conservativi con il concorso totale o parziale dello Stato, sono resi accessibili al pubblico secondo le modalità di cui all’articolo 38 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42». Al fine di implementare le operazioni e i servizi svolti in attuazione del piano nazionale straordinario di valorizzazione, a decorrere dall’anno 2025, il limite è incrementato di 2 milioni di euro annui.

Fondi per l’agricoltura
«Al fine di proseguire nelle attività di ricerca finalizzate alle sperimentazioni mediante tecniche di editing genomico mediante mutagenesi sito-diretta o di cisgenesi a fini sperimentali e scientifici, è concesso al Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – CREA un contributo di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027».

Digitalizzazione in ambito agrario
«Nelle more della realizzazione di un efficiente coordinamento informatico dei dati relativi al patrimonio zootecnico nazionale che garantisca l’operatività della Banca dati unica zootecnica (BDUZ), al fine di assicurare la disponibilità, senza soluzione di continuità ed in forma digitale ed organizzata, dei dati di natura produttiva e riproduttiva, riconducibili all’ambito identificativo, di benessere animale, qualitativo, fisiologico e sanitario, è autorizzata la spesa di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027 per la prosecuzione del Progetto LEO Livestock Environment Opendata».

Sul concordato biennale il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha spiegato che «situazioni oggettive legate alla legge di bilancio impediscono la proroga della scadenza del concordato preventivo biennale, fissata per l’ultimo giorno del mese di ottobre. Quest’anno, purtroppo, dobbiamo avere dati certi entro il 31 ottobre, anche per poter effettuare un’operazione difficile, che è legata alla riduzione della pressione fiscale».

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