Economia

L’aumento del debito americano non è solo una questione politica

16
Maggio 2023
Di Francesco Tedeschi

Negli Stati Uniti è ormai qualche settimana che il dibattito sull’aumento al tetto del debito pubblico è entrato nel vivo. Solo ieri il presidente della Camera dei rappresentanti, il repubblicano Kevin McCarthy, ha smentito le dichiarazioni del presidente Biden sul fatto che i colloqui tra le due parti politiche stessero procedendo, affermando che i democratici “sembrano più interessati al default del Paese, che ad un accordo che consenta di evitare questa prospettiva”.

Al momento il bilancio federale degli Stati Uniti sta subendo un’emorragia di denaro. Il Congressional Budget Office (CBO), organismo apartitico, ha calcolato che nei primi sette mesi dell’anno fiscale 2023 le entrate del governo siano diminuite del 10%, mentre le spese aumentate del 12%. Portando il deficit del bilancio federale a triplicare rispetto agli stessi mesi dell’anno scorso. La spesa è aumentata bruscamente in quasi tutte le grandi aree del bilancio federale, e non è detto che la ripresa sottostante sia così sana come le statistiche iniziali avevano mostrato.

I dirigenti di Wall Street che hanno fornito consulenza per le operazioni sul debito hanno avvertito che le disfunzioni del mercato del Bond si potrebbero rapidamente diffondere ai mercati dei derivati, dei mutui e delle materie prime, se gli investitori mettessero in dubbio la validità dei Treasury utilizzati di solito come garanzia per operazioni e prestiti. Secondo gli analisti, le istituzioni finanziarie potrebbero chiedere alle controparti di sostituire le obbligazioni interessate dai mancati pagamenti con nuove emissioni coperte invece dal dipartimento del Tesoro.

Naturalmente, in un mondo di bassi tassi d’interesse, i Paesi possono vivere felicemente con livelli di debito leggermente più alti e non devono ripagare i loro prestiti. Ma un debito più alto non significa indebitarsi quasi senza limiti. Portando alcuni a ritenere che “la traiettoria del debito negli Stati Uniti non sia sostenibile con la politica attuale” come l’economista Olivier Blanchard. Il rapido aumento del debito pubblico statunitense riflette, infatti, anche un problema di politica interna. I repubblicani scoprono la prudenza fiscale solo quando sono all’opposizione. Sapendo questo, i Democratici hanno rinunciato alla prudenza fiscale e promuovono invece programmi di spesa enormi e spesso senza tetto, come l’Inflation Reduction Act.

Secondo gli analisti di Algebris “negli Usa un aumento del limite di indebitamento sembra più probabile di un rinvio della discussione a settembre, ed è lo scenario più rialzista, in quanto sospenderebbe la discussione per un periodo relativamente lungo”.  Secondo gli analisti del fondo d’investimento britannico “Repubblicani e Democratici devono trovare un accordo entro i primi di giugno, la scadenza per un accordo sul limite del debito infatti è molto vicina”. Secondo il Dipartimento del Tesoro il Paese potrebbe non essere in grado di ripagare gli interessi sulle obbligazioni già il 1° giugno senza l’intervento del Congresso.

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