Economia
La guerra non basta: Paesi Opec+ lasciano produzione petrolio quasi invariata
Di Paolo Bozzacchi
Nessun aumento di produzione. Almeno per il momento. I 23 Paesi principali produttori di petrolio al mondo (Russia compresa) che rappresentano oltre il 40% della produzione globale e il 60% delle esportazioni planetarie hanno deciso nella riunione Opec+ di Vienna di non cambiare i livelli di produzione a causa della guerra in Ucraina.
Nessun provvedimento contro Mosca, dunque, e un segnale forte alla comunità internazionale alle prese con l’affannoso tentativo diplomatico di uscire dal conflitto e di gestire la crisi energetica in corso, limitando in entrambi i casi i danni. La Russia resta protagonista anche in sede Opec+, e il cosiddetto “Elephant in the room” è stato ignorato. Nonostante l’Aie (Agenzia internazionale dell’energia) nei giorni scorsi avesse avvertito di un rischio reale di carenza di approvvigionamenti, vista la stretta alle esportazioni russe, spingendo i Paesi del G7 a chiedere all’Opec+ di aprire sostanzialmente i rubinetti.
L’Opec+ ha deciso oggi anche di non utilizzare più i dati Aie, sostituendoli con quelli delle società di consulenza Wood Mackenzie e Rystad Energy. L’Opec+ utilizza i dati per valutare la produzione di petrolio greggio e la conformità dei paesi partecipanti ai limiti di produzione concordati. E l’Aie fornisce consulenza ai governi occidentali sulla politica energetica e ha gli Stati Uniti come principale finanziatore. L’Aie ha replicato che i suoi dati e le sue analisi sono “rigorosi e obiettivi” e il suo aggiornamento mensile sulla produzione di petrolio dell’Opec+ viene reso disponibile al pubblico per garantire la trasparenza.
Evidentemente a Vienna sono stati ascoltati gli appelli al mantenimento dello status quo in sede Opec+ che erano stati lanciati dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti. Il Ministro Saudita per l’energia, Abdulaziz bin Salman aveva precisato nei giorni scorsi: «L’Opec+ mette da parte le differenze politiche, dal momento che opera secondo il principio del bene comune, indipendentemente dalla politica». I rubinetti del petrolio Opec+ anche il mese prossimo resteranno invariati, con l’obiettivo di recuperare i livelli di produzione pre-pandemia entro settembre, aumentando di soli 400mila barili al giorno la produzione di greggio, che saliranno a 432mila a maggio.
Vista la scelta Opec+, gli Stati Uniti hanno fatto sapere che rilasceranno un milione di barili al giorno dalle riserve strategiche, per aiutare a ridurre i prezzi della benzina e combattere l’inflazione in tutto il paese. Lo faranno per almeno i prossimi 6 mesi, aumentando contestualmente anche la produzione locale. “La portata di questo sblocco non ha precedenti: il mondo non ha mai avuto un rilascio di riserve di petrolio al tasso di 1 milione al giorno”, sottolinea la nota stampa della Casa Bianca, aggiungendo che le sanzioni alla Russia stanno riversando i loro costi anche sull’economia Usa, ma questa scelta era stata votata in maniera bipartisan per porre uno stop alla guerra.