Economia
La Giornata della Libera Professione: il ruolo strategico di ingegneri e architetti
Di Ilaria Donatio
Il futuro della libera professione come motore di progresso: è stato uno dei punti centrale del dibattito promosso, ieri pomeriggio, al Centro Congressi Roma Eventi in occasione della Giornata della Libera Professione.
Organizzato in collaborazione con Inarcassa, Fondazione Inarcassa, Consiglio Nazionale Ingegneri, Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, ALA Assoarchitetti e Inarsind, il convegno ha messo sotto i riflettori il ruolo strategico di ingegneri e architetti nel panorama economico e culturale italiano: il loro lavoro rappresenta una componente fondamentale del “made in Italy”, non solo per la qualità delle opere realizzate, ma anche per la capacità di innovare e preservare il patrimonio del Paese.
Oltre 250.000 ingegneri, quasi 7 su 10 hanno più di 45 anni
Il numero di laureati in Ingegneria che decidono di sostenere l’esame di Stato “resta esiguo ed ancora più ridotto è quello di coloro che scelgono di iscriversi all’Albo professionale”, tant’è che negli ultimi 5 anni mediamente lo ha fatto “solo il 10%”, perciò nella categoria “non si intravede un vero ricambio generazionale”, con il 65% degli oltre 250.000 iscritti all’Albo degli ingegneri che ha più di 45 anni. Sono le cifre elaborate dal Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri diffuse durante il dibattito di ieri.
Nel nostro mercato del lavoro, nel frattempo, il settore dell’ingegneria appare “sottoposto a cambi di traiettoria profondi che il sistema ordinistico deve meglio focalizzare e soprattutto interpretare. Negli ultimi anni si è consolidato il gap tra domanda delle imprese e offerta di competenze e figure operanti nell’ingegneria. Vi è ormai – viene sottolineato – una carenza preoccupante di ingegneri, rispetto al fabbisogno espresso dal mercato, che è nell’ordine delle migliaia di unità all’anno, nonostante il numero di laureati sia in aumento”.
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Ingegneri e architetti di fronte a un bivio
La figura del professionista tecnico si trova oggi a un bivio, stretto tra sfide normative e burocratiche da un lato, e opportunità di innovazione dall’altro. Questi professionisti, grazie alla loro capacità di coniugare competenze specialistiche con una visione multidisciplinare, sono protagonisti in campi cruciali come la sostenibilità ambientale, la digitalizzazione delle infrastrutture, la sicurezza territoriale e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico.
E in un periodo caratterizzato da cambiamenti climatici, transizione ecologica e rivoluzione digitale, il loro contributo è essenziale. Tuttavia, nonostante il valore strategico del loro lavoro, sono numerosi gli ostacoli che continuano a limitarne il potenziale. L’applicazione disomogenea della normativa sull’equo compenso, la crisi del settore edilizio, la carenza di aggregazioni professionali e la disaffezione dei giovani verso la libera professione sono solo alcune delle criticità che meritano un’attenzione immediata.
Equo compenso e valorizzazione economica
Uno dei temi più rilevanti è l’applicazione non uniforme dell’equo compenso, che continua a generare squilibri nel riconoscimento economico delle prestazioni professionali. Questa situazione penalizza soprattutto i piccoli studi, mettendo a rischio la loro sostenibilità economica e, di conseguenza, la capacità di attrarre nuovi talenti.
Rallentamento del settore edilizio
Il settore edilizio sta attraversando una fase di contrazione, con una riduzione stimata del 6,2% per il 2025, complice la fine degli incentivi fiscali legati al Superbonus. Questo rallentamento non solo limita le opportunità per i professionisti, ma solleva interrogativi sulla necessità di politiche più stabili e lungimiranti per il rilancio del settore.
Disparità di genere
Nonostante i progressi, persistono significative disparità di genere. Le professioniste percepiscono redditi inferiori rispetto ai colleghi uomini e incontrano maggiori difficoltà nell’accesso a ruoli di leadership. Questo squilibrio rappresenta una perdita di valore per l’intero settore, che necessita di politiche mirate per favorire l’inclusione e la parità.
Giovani e ricambio generazionale
Un’altra problematica è la scarsa attrattività della libera professione per i giovani. La mancanza di incentivi e la percezione di una carriera poco remunerativa stanno portando a un ricambio generazionale insufficiente, con il rischio di una progressiva perdita di competenze tecniche e creative.
Aggregazioni professionali e competitività
I limiti posti alle aggregazioni professionali costituiscono un ulteriore ostacolo. Studi professionali più grandi e multidisciplinari potrebbero competere meglio sui mercati nazionali e internazionali, ma le normative attuali non facilitano questo tipo di evoluzione.
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Proposte e strategie per il futuro
La Giornata della Libera Professione non si è limitata a identificare le criticità, ma ha anche formulato proposte concrete e strategie innovative per superarle. Tra le iniziative discusse figurano:
l’applicazione rigorosa dell’equo compenso per garantire che tutti i professionisti ricevano un trattamento economico adeguato alle loro competenze, indipendentemente dal settore o dalla dimensione dello studio. Incentivi per studi multidisciplinari in modo da favorire la creazione di team composti da professionisti con competenze diverse, capaci di affrontare progetti complessi in modo integrato. Politiche per la parità di genere per introdurre misure che riducano le disparità di reddito e promuovano l’accesso delle donne ai ruoli di leadership. Attrazione dei giovani con l’obiettivo di sviluppare programmi di mentoring, stage e incentivi fiscali per rendere la libera professione più attrattiva per le nuove generazioni. Infine, digitalizzazione e sostenibilità per investire in tecnologie digitali e pratiche sostenibili per aumentare la competitività dei professionisti italiani.
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