La Bce, Banca centrale europea, ha ridotto ieri, 12 settembre, il costo del denaro con un taglio dello 0,25%. Lo ha deciso il direttivo riunito a Francoforte. Il tasso di interesse sui depositi è sceso quindi al 3,5%, quello sui rifinanziamenti principali, per l’aggiustamento tecnico causato dal nuovo quadro operativo, scende al 3,65% dal 4,25% e per lo stesso motivo il tasso sui prestiti marginali cala a 3,90% dal 4,50%.
Si tratta della seconda riduzione dopo quella dello scorso mese di giugno e soprattutto dopo la stretta monetaria avviata in coincidenza con l’analoga politica restrittiva inaugurata dalla Federal Reserve negli Usa per contrastare l’inflazione.
Non è un caso che l’Eurotower abbia confermato le stime di inflazione: +2,5% nell 2024, +2,2% per il 2025 e +1,9% per il 2026. In un comunicato, la Bce spiega che l’inflazione “dovrebbe tornare ad aumentare nell’ultima parte di quest’anno, anche perché i precedenti bruschi ribassi dei prezzi dell’energia non incideranno più sui tassi calcolati sui dodici mesi”, e poi “diminuire fino a raggiungere il nostro obiettivo nella seconda metà del prossimo anno”.