E' il bene rifugio per eccellenza. E lo sta confermando anche all'alba di una nuova crisi economica dovuta all'emergenza Covid19. La commodity per definizione ha sfondato ieri il muro dei 1800 $ per oncia, ai massimi da 8 anni. Ma soprattutto appena 3 mesi fa la quotazione era inferiore ai 1500 $. Il che significa che col virus chi ha scommesso sull'oro ha guadagnato oltre il 20% del capitale in appena 90 giorni.
Ma ora cosa succederà all'oro? Guardando ai dati storici, si nota che l'ultimo picco di quotazione data 25 luglio 2011 (intorno ai 1837 $ per oncia). Ed escluso questo massimo la quotazione di oggi è la più alta da mezzo secolo (più indietro a rovistare nelle serie storiche non siamo riusciti ad andare. Qui avevamo scritto che la ricchezza privata avrebbe salvato l'Italia. Intanto i privati che hanno scommesso sull'oro in questi anni se la ridono sotto i baffi da tempo.
Visti i prezzi è giunta l'ora di vendere i lingotti o vale la pena aspettare per vedere se l'oro dovesse stupire ancora? Ebbene, una cosa da non fare per decidere è quella di guardare esclusivamente all'andamento delle Borse. Ormai è noto che oro e Borsa non vanno né a braccetto né si muovono sempre verso direzioni opposte. I fattori che condizionano l'andamento della quotazione dell'oro sono molteplici e complessi. E l'andamento delle Borse è soltanto uno di questi.
Nel frattempo anche i Paesi che hanno le maggiori riserve auree (con in testa staccati gli Stati Uniti) stanno gongolando. La classifica è la seguente: USA (oltre 8mila tonnellate), Germania (qusi 4mila), Fondo Monetario Internazionale (2800) e, udite udite, Italia (circa 2400).
Il rimbalzo dell'oro è un'altra buona notizia economica. Per molti ma non per tutti.
Paolo Bozzacchi
photo credit: Investire Biz