Economia
ITA-Lufthansa, perché stavolta Berlino val bene una messa
Di Paolo Bozzacchi
Premessa. La trattativa è ancora in corso, e bisogna difendere gli interessi della compagnia di volo italiana. Questa la posizione del governo al 100% proprietario di ITA dopo il salvataggio di Alitalia, espressa dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nelle ultime ore, durante un evento di Federtrasporto a Bruxelles. La notizia è che la notte scorsa, durante la trattativa per chiudere il pagamento della seconda tranche di acquisto da parte di Lufthansa del 41% della nostra compagnia di bandiera, i tedeschi hanno chiesto all’azionista di riferimento (Ministero dell’Economia), uno sconto sul prezzo del pagamento della seconda tranche prevista dal contratto. La richiesta è lecita, in quanto lo stesso contratto siglato lo scorso anno include clausole di “variazioni di prezzo, in rialzo o in ribasso” relative alle oscillazioni dell’andamento della newco tricolore. Motivo della discussione tra le parti? Se il costo di alcuni investimenti effettuati dopo l’accordo chiuso lo scorso anno debba pesare o meno sul prezzo finale di acquisto tedesco delle quote di minoranza.
La ferma risposta del MEF
Secondo il Ministero dell’Economia la richiesta tedesca non è accettabile, in primo luogo perché gli investimenti effettuati nel periodo di transizione erano già stati decisi in pieno accordo con Lufthansa. Ma soprattutto perché dall’accordo a oggi ITA ha migliorato la propria posizione economica, e dunque il suo valore di mercato nel frattempo è aumentato.
Cosa balla nella trattativa
ITA Airways e Lufthansa hanno tempo fino al prossimo 11 novembre per inviare alla Commissione europea il testo finale sui remedies relativi all’accordo e al piano di sviluppo. Intanto la trattativa va avanti, e la distanza tra le parti a quanto trapela ammonterebbe a soli 10 milioni di euro, rispetto agli 829 milioni di euro che dovrà pagare Lufthansa per portare a casa il 41% delle quote azionarie. Una cifra esigua quella dei 10 milioni che ballano sul piatto, che lascia ampie speranze di esito positivo per la conclusione dell’acquisto. Questa la ragione per cui sta prevalendo cautela da entrambe le parti. Sulla scadenza del 4 novembre, poi, fonti vicine al dossier hanno precisato che era relativa alla firma dei contratti con le aviolinee concorrenti dell’alleanza italo-tedesca (Air France, Easyjet, Iag) sulle rotte di breve e lungo raggio considerate problematiche dall’Antitrust UE, che includono gli scali di Milano Linate e Roma Fiumicino. Stavolta è Berlino che val bene una messa. La speranza resta che le parti trovino al più presto un accordo. Il decollo della newco è già stato effettuato.