Economia
Istat, la produzione industriale italiana supera i livelli pre-Covid, ma preoccupano inflazione e costo dell’energia
Di Jacopo Bernardini
La produzione industriale supera i livelli pre-pandemia, con un aumento del 6,3% sull’anno. I principali indici economici girano in positivo, ma preoccupano alcune nubi, già presenti da qualche mese a livello internazionale: l’inflazione e l’aumento del costo dell’energie. Questa la fotografia scattata dall’Istat nella nota rilasciata oggi. A novembre 2021, infatti, la produzione industriale italiana aumenta dell’1,9% rispetto a ottobre. E nel trimestre settembre-novembre segna un +0,6% rispetto al trimestre precedente.
Più in generale, nel confronto rispetto a ottobre, si registrano aumenti in tutti i raggruppamenti principali di industrie: energia (+4,6%), beni strumentali (+2,0%), beni di consumo (+1,7%). Nel confronto annuo, gli incrementi più rilevanti sono sempre nel campo dell’energia (+12,4%) e dei beni di consumo (+9,4%); più contenuta la crescita per i beni intermedi (+4,3%) e i beni strumentali (+3,8%).
I settori di attività economica che registrano gli incrementi maggiori sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+25,1%), la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+13,3%) e il campo della produzione farmaceutica (+11,6%). Le uniche flessioni arrivano nelle attività estrattive (-11,0%), nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-9,3%) e di apparecchiature elettriche (-1,8%).
Bene anche il mercato del lavoro, con una ripresa dell’occupazione e una riduzione della disoccupazione e dell’inattività. La fase di accelerazione dei prezzi si è protratta invece anche a fine anno, mostrando una maggiore intensità. Nella media dell’intero anno 2021, i prezzi al consumo sono cresciuti dell’1,9% rispetto al 2020, essenzialmente per effetto degli aumenti nel comparto energetico. Al netto di questi ultimi, nel 2021 l’aumento dei prezzi al consumo è lo stesso di quello registrato nell’anno precedente (+0,7%). L’inflazione italiana è risultata comunque inferiore a quella della zona euro.
Le aspettative di consumatori e imprese sugli sviluppi dell’inflazione “risentono dell’attuale fase di incertezza”, spiega la nota di Istat. “A dicembre, le attese dei consumatori sono rimaste caute. Nella manifattura, tra i produttori di beni di consumo prevalgono nel breve periodo le intenzioni di rialzo”. Mentre a livello internazionale, l’economia “procede su un sentiero di sostanziale stabilizzazione ma resta caratterizzata da andamenti molto eterogenei tra paesi e da un aumento delle pressioni inflazionistiche”, aggiunge l’Istituto di statistica.