Economia

Istat, inflazione come nell’83. +8,9% quest’anno, +10,9% il carrello

17
Ottobre 2022
Di Giuliana Mastri

L’inflazione non è più un lontano ricordo. E per tutto l’anno peserà parecchio sulle famiglie. Anche a settembre il dato definitivo diffuso dall’Istat conferma i calcoli delle stime preliminari: l’indice nazionale dei prezzi al consumo, per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3%. Questo, rapportato su base annua, fa attestare l’inflazione all’8,9% (da +8,4% del mese precedente).

L’inflazione, ovviamente, per la massa si avverte molto più chiaramente nell’acquisto di beni di consumo. Per quanto riguarda il cosiddetto “carrello della spesa”, l’Istat ritocca al ribasso le stime preliminari dei prezzi sul beni, limando il dato a +10,9% (nella stima preliminare era 11,1%). «Bisogna risalire ad agosto 1983 (quando fu pari a +11,0%) per trovare una crescita dei prezzi del “carrello della spesa”, su base annua, superiore a quella di settembre 2022 (+10,9%)». Questo il commento dell’Istituto nazionale di statistica sulle stime definitive di settembre.

L’ulteriore accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei beni alimentari (la cui crescita passa da +10,1% di agosto a +11,4%) sia lavorati (da +10,4% a +11,4%) sia non lavorati (da +9,8% a +11,0%) e a quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +5,7%).

L’aumento dei prezzi che si registra sui generi alimentari e non solo è causato da diversi fattori. Certamente, in primis, i maggiori costi di produzione per le industrie, visto il caro energia. Di conseguenza, anche dei maggiorati costi di trasporto. C’è poi il fattore guerra e alcuni squilibri dati ancora dal passato periodo pandemico, in cui molti produttori hanno fatto più fatica ad approvvigionarsi, e per compensare hanno aumentato i prezzi. Stando alle stime degli enti internazionali come Bce e Fmi, dovremo prepararci a convivere con un costo della vita più alto anche nel 2023, in cui l’inflazione è attesa ad una media del 6,5%. Per adesso ancora non si sono trovate strategie efficaci e pronte all’uso. Molto dipenderà dalla risoluzione dell’inflazione energetica. E nel quadro generale, è opportuno anche tutelare i redditi.