Economia
Istat, -7,2% la produzione industriale sull’anno. Resiste l’automotive
Di Giuliana Mastri
Arrivano cattive notizie dall’Istat. Ad aprile la produzione industriale segna un calo del 1,9%. Su base annua siamo al -7,2%. A questo punto un vero e proprio crollo, visto che si tratta del quarto mese consecutivo con un dato negativo. Ciò anche se calcoliamo senza considerare gli effetti propri del periodo stagionale. Le diminuzioni sono estese a tutti i principali comparti. La rilevazione sembra indicare un andamento tendenziale. A livello settoriale è molto ampia la flessione per l’energia e i beni intermedi, mentre risulta contenuto il calo per i beni strumentali. Il numero registrato su base annua è il peggiore dal luglio 2020, nella seconda fase della pandemia, quando la flessione era stata dell’8,3%.
Nella media del periodo febbraio-aprile il livello della produzione diminuisce dell’1,3% rispetto ai tre mesi precedenti. Variazioni negative caratterizzano, infatti, i beni intermedi (-2,6%), i beni strumentali (-2,1%) e, in misura meno marcata, i beni di consumo (-0,4%) e l’energia (-0,3%).
Gli unici settori di attività economica in crescita tendenziale sono la fabbricazione di mezzi di trasporto (+5,7%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+2,1%) e la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+0,6%). Le flessioni più ampie si registrano nell’industria del legno, della carta e della stampa (-17,2%), nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-13,6%) e nella fabbricazione di prodotti chimici e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-10,9% per entrambi i settori).
Si nota dunque che in buona parte questa dinamica riflette appunto la stagionalità, ma a far preoccupare è la situazione generale che si ravvisa in molti settori importanti. Possibile ipotizzare che la perdurante inflazione e l’aumento dei tassi d’interesse abbia avuto una qualche ripercussione sul mondo produttivo. L’Italia fino ad ora era stata quella che cresceva di più nell’area euro, ma evidentemente adesso c’è un rimbalzo e cominciano ad influenzare le difficoltà dell’industria tedesca, di cui l’Italia è un fondamentale fornitore. Soprattutto, deve far stare vigili il fatto che la flessione sia costante negli ultimi mesi. Una differente politica dei tassi, l’aggiustamento dei prezzi, una parziale defiscalizzazione e il supporto governativo agli investimenti può certamente aiutare a invertire la tendenza.