Economia

Isee, esclusi dal calcolo i titoli di Stato. I possibili effetti

20
Gennaio 2025
Di Giampiero Cinelli

Recentemente, il Premier Giorgia Meloni, ha firmato un decreto che modifica le modalità di calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). Tra le principali novità, a partire dal 2025, vi è l’esclusione dal calcolo dell’Isee del valore dei titoli di Stato e dei prodotti finanziari garantiti dallo Stato, come i titoli di Stato, i buoni fruttiferi postali e i libretti di risparmio postale, fino a un massimo di 50.000 euro.

Gli ultimi passaggi
Oltre ovviamente alla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale e la registrazione presso la Corte dei Conti, i cittadini attendono le istruzioni operative per aggiornare il modello di Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per il calcolo dell’ISEE. Gli Isee già rilasciati infatti restano validi fino a una nuova attestazione, che sarà fatta su richiesta, con l’ausilio degli enti preposti, ad esempio i Caf. La produzione di una seconda attestazione, quella aggiornata in virtù del decreto, comporterà una spesa per i cittadini, comunque molto modesta, intorno ai 15-20 euro.

Una lunga gestazione
La nuova regola era stata già introdotta circa un anno fa, dalla legge di bilancio 2023, n. 213 del 30 dicembre 2023, che apriva a una novità rilevante per il calcolo dell’ISEE. Restava però come passaggio necessario quello dell’attuazione governativa, in questo caso tramite Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio).

L’iter è stato lungo ma si può sintetizzare così: L’INPS, attraverso il messaggio n. 165 del 12 gennaio 2024, ha chiarito che l’applicazione della misura è vincolata all’approvazione di modifiche al regolamento ISEE, ovvero il DPCM n. 159 del 2013.

Dunque, ad aprile 2024, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha predisposto uno schema di decreto per modificare il regolamento ISEE, trasmettendolo all’Autorità Garante per la protezione dei dati personali. Quest’ultima ha espresso parere favorevole (Parere n. 290), giudicando le modifiche conformi alla normativa sulla privacy. Il testo ha poi ottenuto il via libera dalla Conferenza Stato-Regioni, dal Consiglio di Stato e dalle commissioni parlamentari.

Effetti sul bilancio
La modifica dovrebbe ridurre l’ISEE di molte famiglie, determinando un incremento della spesa pubblica per le prestazioni collegate, come i bonus sociali per gas e luce, l’assegno unico e il bonus nido. Si prevede un aumento medio dello 0,23% delle spese, pari a circa 44 milioni di euro annui, già coperti dalla legge di bilancio. Tuttavia, l’impatto sull’ISEE per molte prestazioni sarà marginale, poiché le soglie richieste restano basse. L’effetto più significativo potrebbe riguardare l’assegno unico, grazie alla sua universalità e alla modulazione degli importi in base alle fasce ISEE.

A quanto ammonterebbero i benefici per i cittadini
Le simulazioni realizzate da Caf Acli per “Il Sole 24 Ore” (edizione del 25 novembre 2024) evidenziano i possibili cambiamenti. Una famiglia con due figli, reddito da lavoro dipendente, casa di proprietà e un patrimonio mobiliare di 79.000 euro vedrebbe una riduzione dell’ISEE di circa 2.000 euro (-8,6%) se 25.000 euro sono investiti in titoli di Stato. Qualora l’investimento raggiungesse i 50.000 euro, la riduzione salirebbe a 4.000 euro (-17,2%).

Finanziare il debito
Nel frattempo, l’aumento dei tassi di interesse legato all’inflazione ha favorito la vendita di titoli di Stato, che continua a registrare un forte successo. La misura introdotta con la legge di bilancio 2024 mira a incentivare ulteriormente questa tendenza, garantendo al Governo maggiori risorse attraverso la vendita di tali strumenti. Difficile capire già da adesso quale sarà l’impatto sul debito pubblico a lungo termine, poiché gli interessi riconosciuti alle famiglie saranno spalmati sui futuri bilanci statali. Ad ogni modo dovrebbe trattarsi di disavanzi non critici e i beneficiari della misura sono presumibilmente residenti in Italia, quindi le risorse così indirettamente sbloccate è possibile restino nel “sistema Paese”. Si tratta di un modo per far sì che i titoli del debito non siano troppo sotto il controllo di soggetti esteri.