Economia
Inflazione, il governo pensa a fissare i prezzi dei beni primari
Di Giuliana Mastri
Da mesi si discute di come combattere l’inflazione, la politica della Banca Centrale europea da sola non sta bastando e causa contraccolpi, così il governo studia un metodo molto diretto e dal sapore retrò (l’ultima azione di questo tipo in Italia risale agli anni ’70), quello del calmieramento dei prezzi. Riferito ovviamente ai beni di prima necessità.
Secondo lo schema a cui sta lavorando il sottosegretario Bitonci, un pacco di pasta da 500 grammi costa 75 centesimi, dal 1° ottobre al 31 dicembre di quest’anno, e solo in quei supermercati che aderiranno all’iniziativa promossa dal Mimit. Il prezzo non salirà anche se dovesse esserci un aumento dei livelli di inflazione. Mentre il supermercato potrà esporre un bollino con un carrello della spesa tricolore, autorizzato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per certificare l’adesione alla grande campagna che l’esecutivo mette in campo. Il blocco dei prezzi quest’inverno dovrebbe interessare anche pane, latte e pannolini.
«È iniziato un confronto che dovrebbe portarci a un’intesa con la grande distribuzione, ma dobbiamo coinvolgere anche il sistema produttivo», ha dichiarato il ministro del Made in Italy Adolfo Urso. Entro questa settimana o la prossima si dovrebbe entrare nel vivo del confronto, «per raggiungere formalmente un’intesa che possa consentire ai cittadini di percepire una significativa riduzione dei prezzi dei beni a maggior consumo». L’idea del ministro non è tanto quella di imporre un prezzo ma di concordare una formazione dei prezzi differente su base volontaria, o di decidere per una strategia di maxi sconti. Ad ogni modo il governo ha ritenuto che l’abbassamento dell’iva non sarebbe servito.
A questa iniziativa statale si aggiungerebbe anche quella della social card. una carta di debito con un budget deputato solo all’acquisto di beni utili, riservato alle famiglie più in difficoltà. Con la social card possono convenzionarsi anche esercizi commerciali diversi dai supermercati e questo è l’auspicio di Adolfo Urso.
L’inflazione in Italia è diminuita ed ora stabile al 6,4% su base annua. Comunque non una cifra leggera, ma ad allarmare veramente è la cosiddetta inflazione “al carrello”, ovvero i prezzi in primis dei generi alimentari, che anche il mese scorso sono cresciuti, toccando il 10,5% secondo l’Istat. Vedremo se alla fine si opterà per una soluzione che credevamo ormai appartenesse alla storia del novecento.