Economia

“Il Nucleare sostenibile: l’Italia riparte!”: il convegno della Lega, a Milano

14
Aprile 2025
Di Ilaria Donatio

“Se partiamo oggi, come vuole il governo, tra 7 anni accenderemo il primo interruttore”, ha promesso Matteo Salvini all’evento organizzato dal dipartimento ambiente della Lega a Palazzo Pirelli, a Milano, “Il nucleare Sostenibile: l’Italia riparte!”. 

Secondo il vicepremier e ministro dei Trasporti, l’atomo dunque “è l’unico modo per abbassare i costi dell’energia per le imprese e le famiglie: non possiamo avere la vicina Francia con 50 reattori oggi operativi e avere bollette del 30-50% più care in Italia. Milano è da sempre la capitale dell’innovazione. Se partiamo oggi, come il governo vuole, tra sette anni accendiamo il primo interruttore e le famiglie pagheranno meno”. 

In merito alle tecnologie da usare, il ministro ha citato “la fissione con gli Smr che sono in sperimentazione anche con aziende italiane”. Secondo Salvini “tutta l’Europa sta andando in questa direzione; anche gli Usa, la Cina, la Corea e tutto il mondo va in quella direzione e non possiamo rimanere tra i pochi che dicono no per motivi ideologici. In sette anni si parte e l’Italia si avvicina agli altri”. Salvini non ha escluso che si possa partire proprio da Milano, “perché no?, ha proseguito, “Milano è da sempre capitale dell’innovazione e della sostenibilità. La stessa Commissione Ue inserisce il Nucleare come fonte di produzione green perché ultimi modelli hanno emissioni pari a zero e sono tra le più sicure e meno impattanti”.

Matteo Salvini si dice “assolutamente contento di quello che stiamo facendo e di quello che sto facendo da ministro: da ministro portare a compimento e aprire i cantieri per il ponte sullo Stretto dopo un secolo di chiacchiere sarà qualcosa di importante e essere coprotagonista del ritorno dell’Italia nel futuro e quindi col nucleare che abbassa le bollette a famiglie e imprese è qualcosa di fondamentale in due anni e mezzo. Non siamo qui da 20 anni – conclude – siamo qua da due anni e mezzo. Lo ricordo ai fenomeni di sinistra che pensano che in due anni uno risolva quello che non si è fatto in 30 anni”.

Chiudere 4 centrali al carbone non serve al Paese
Secondo il vicepremier, chiudere le centrali a carbone significa “tagliarsi un pezzo di futuro: un governo che è una squadra porto sul tavolo della maggioranza la mia riflessione, che in base alle esigenze di oggi chiudere le 4 centrali a carbone non è nell’interesse del paese”. E chiosa: “Amo l’uccellino – ironizza – il passerotto e lo scoiattolo, ma penso a chi ha bisogno di energia. È incredibile – conclude – che i tedeschi che si sono inventati il ‘green deal’ abbiano il 25% di energia generata dal carbone”. 

Gava: nucleare scelta responsabile, serve mix energetico
Parlare di nucleare non è scelta ideologica, ma è una scelta responsabile. Questo il senso dell’intervento di  Vania Gava, Viceministra dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

“Noi siamo al governo e abbiamo la responsabilità di pensare a cosa possa diventare il nostro paese nei prossimi cinquant’anni. Dobbiamo garantire una decorbanizzazione e si può far solo con il nucleare, non basta semplicemente farlo con le rinnovabili. C’è un’industria manifatturiera che è la seconda in Europa e per dare un futuro a questo settore, non si può pensare di farlo soltanto con le rinnovabili che servono nel paniere del mix energetico, ma non bastano”.

Gava ha ricordato poi come “un paio d’anni fa abbiamo visto come l’Italia e l’Unione Europea sia andata in difficoltà e si sia dimostrata vulnerabile a fronte dei cambiamenti mondiali. Per fortuna l’industria e la ricerca non si sono mai fermati nonostante il nucleare non venisse considerato, continuando a investire all’estero anche sulle competenze. Siccome abbiamo un’industria che è invidiata nel mondo, dobbiamo andare avanti. A tal proposito devo ringraziare Matteo Salvini per esser stato il primo leader politico italiano a parlare di nucleare quando le persone non avevano idea di cosa si trattasse e lo distanziavano. Ne ha parlato perché ha compreso che si trattava di un paese che vuole crescere e avere un futuro e per farlo bisogna avere una fonte energetica sicura come il nucleare”.

Cattaneo (Enel): ciò che è più pericoloso è non avere energia.
“Il nostro è un paese dove aumenteranno i consumi e si ridurrà la produzione nei prossimi anni, motivo per cui bisogna valutare le scelte, anche sul fronte ambientale”. Così Flavio Cattaneo, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel. “Non vorrei avere un’importante riduzione della generazione e pensare come il nucleare ci abbia salvato qualche anno fa con la crisi del gas, altrimenti avremmo avuto qualche problemino”.

Cattaneo ha poi proseguito facendo notare che “a dispetto del costo, ciò che è più pericoloso è non aver energia, e la dimostrazione sono i black-out. Essendo una società basata sull’utilizzo di energia, quando c’è stato nel 2005 il black-out, si è fermato l’intero paese. Noi gestiamo l’energia in Spagna e vediamo quanto il nucleare incida sul costo dell’energia, non essendoci anche un disaccoppiamento. C’è un diverso apporto delle rinnovabili perché ci sono impianti più grandi a minor costo, complice anche la morfologia del territorio: tuttavia ciò che influenza maggiormente è l’esportazione dell’energia”.

“Cercheremo in estate di mostrare una bolletta più chiara possibile anche se i costi aumentano, se aggiungiamo altre tipologie di costi. Secondo me andrebbero messi in bolletta anche i costi di una certa scelta, come puntare sulle rinnovabili e puntare sulle concessioni offerte con grande difficoltà. Pensiamo al Regno Unito, dove stiamo realizzando una nuova centrale nucleare e lavorano 16.000 persone, in Cina ne lavorano 30.000 perché i permessi sono più facili da ottenere. Nel mondo si sta inoltre puntando sulla realizzazione degli SMR che hanno un grado di sicurezza più elevato dei reattori di grossa taglia e la dimostrazione arriva dall’immersione dei reattori che, non appena accade qualcosa, si spengono immediatamente. Per questo dobbiamo pensare a quale possa essere l’impatto economico di certe scelte”.

Fabbri (Ansaldo), entro fine mese si costituirà Newco con quote Enel e Leonardo
In merito alla newco, la società a controllo pubblico che si occuperà di studiare e realizzare impianti nucleari di terza e quarta generazione in Italia, “si dovrà costituire davanti a un notaio, prima di fine mese. Dopodiché ci sarà un arco temporale massimo di due anni per identificare una tecnologia”. Lo ha detto Fabrizio Fabbri, amministratore delegato e direttore generale di Ansaldo Energia.

La newco – che nascerà con la quota di maggioranza di Enel, e con altre quote di Ansaldo Nucleare e Leonardo, “sarà la voce unica che dialogherà con le istituzioni – ha spiegato Fabbri – Oggi sembra la torre di Babele. Sarà un ente che ha voluto lo Stato che dovrà dare indicazioni su cosa fare e ci sarà una dialettica sulle norme”. 

In merito alla tecnologia da usare, “i processi di fissione sono diversi e bisogna sceglierne uno, questa è una scelta politica. Noi daremo una raccomandazione tecnica su quale per noi è la migliore energia dal punto di vista tecnico”, ha spiegato l’ad. Una volta scelta la tecnologia, partirà una fase “più industriale e andrà progettato il reattore italiano per il futuro dell’Europa, noi vogliamo vendere un progetto industriale e questo è un progetto industriale“. Si passerà così da un’economia di scala a una di serie, “facendo piccoli reattori, modulari, sicuri, non c’è più il problema sismico lo abbiamo visto in Giappone. Andranno stabilite le normative per la costruzione dei reattori e le procedure per installarli e soprattutto i benefici per i territori che ospitano questi reattori”. Il ruolo di Ansaldo sul Nucleare sarà industrializzare reattori e “renderli disponibili all’estero e spero in un futuro non tanto lontano anche in Italia perché siamo circondati dal Nucleare”.

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