Economia

Il castello di carta del grande ritorno della cassa integrazione

30
Gennaio 2025
Di Paolo Bozzacchi

Attenzione, alto rischio di fake news. Dietro la notizia riportata da tutte le principali testate del grande ritorno della cassa integrazione, con +20% di ore richieste e muro dei 500 milioni di ore sfondato nel 2024, ci sono contro deduttivamente diverse buone notizie per il nostro sistema produttivo.

Le buone notizie che non ti aspetti

Anzitutto si conferma una tendenza: quella delle imprese italiane di farsi autorizzare molte più ore di quelle poi effettivamente utilizzate. Pensate, nei primi 10 mesi del 2024 le ore di cassa integrazione poi  effettivamente utilizzate sono state meno di una su quattro (24,6%), con un calo di quasi il 6% rispetto al 2023. Già questo dato sgonfia del tutto la crescita in valore assoluto del ricorso alla cassa integrazione nel 2024, che perciò risulta stabile rispetto al 2023. Le imprese semplicemente si tutelano accumulando un tesoretto di ore di cig da utilizzare in caso di brusca frenata degli ordini.

In calo le crisi d’impresa più gravi

L’altra buona notizia che si ricava dai dati dell’Osservatorio dell’Istituto per la previdenza sociale, è che l’aumento della cassa integrazione riguarda esclusivamente la cig ordinaria, cioè quella per definizione cui si ricorre quando si pensa che la crisi aziendale sia transitoria e facilmente superabile. Le richieste di cig straordinaria, cioè per crisi più lunghe e preoccupanti, nel 2024 è nettamente diminuita, passando da 96 a 70 milioni di ore (-27%).

Ministro Calderone positiva

«I dati rilevano una capacità notevole del nostro sistema produttivo dinanzi alle difficoltà che riguardano soprattutto determinati settori. A fronte del totale delle ore autorizzate cig, a oggi, il totale fruito si ferma al 24,6%, una percentuale inferiore sia rispetto al 2023 che al 2022», ha commentato il Ministro del Lavoro, Marina Calderone.

Automotive e tessile-abbigliamento: come è andato il 2024
Sorpresa nelle sorprese. Persino un settore in crisi come l’automotive ha visto nel 2024 calare le richieste di cig: -10,5% rispetto al 2023. Non solo. Anche l’automotive crede nella ripresa, visto che mentre triplicano le richieste di cig ordinaria (da 7 a 20 milioni di ore), quasi si dimezzano quelle di cig straordinaria (da 38 a 20 milioni). Non va così bene al tessile-abbigliamento, che ha visto raddoppiare le richieste sia di cig ordinaria che straordinaria. 

Non ascoltate i menagrami: il sistema industriale italiano è molto più solido di quanto se ne scriva.

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