Una dozzina di anni fa (31 ottobre 2008) Satoshi Nakamoto lanciava il manifesto che ha dato vita alle criptovalute generate grazie al blockchain. La più famosa e diffusa è il Bitcoin, seguono Ethereum, Ripple, Litecoin, Monero, Etherum Classic, Dash, MaidSafeCoin, Augur e Steem. Dalla fine del 2008 e in piena reazione al crac dei mutui subprime la finanza digitale ha subìto una vera e propria rivoluzione culturale e sono state molte più gioie che dolori sia per i minatori (coloro che li creano come abbiamo raccontato qui) sia per gli investitori. Pensate, negli ultimi 6 mesi la quotazione del Bitcoin ha guadagnato il 35%, in piena controtendenza rispetto all'altalena delle Borse durante la pandemia Covid19. Un Bitcoin (ad esempio) vale oggi oltre 13700 $. E soprattutto ormai a livello globale le criptovalute rappresentano il 21% del portafoglio medio 2020 (nell'UE il 28%), con il Bitcoin che da solo occupa oltre il 4% del mercato nel mondo e tocca il 5% in Europa. La sola capitalizzazione del Bitcoin nel mondo ha superato i 4,5 miliardi di dollari.
Il primo blocco di moneta elettronica risale al 3 gennaio 2009, mentre il cotrovalore pari a un dollaro al 9 febbraio 2011. Poi nel 2008, 2016 e 2020 sono arrivati gli halving (dimezzamenti della produzione), che hanno letteralmente fatto schizzare in alto la quotazione.
Due i motivi per cui il 2020 potrebbe essere particolarmente significativo nella storia della moneta completamente elettronica: il primo è che il gigante dei pagamenti elettronici PayPal ha deciso recentemente di accettare i pagamenti in Bitcoin. Ed è una vera svolta storica. Al momento l'opzione è valida solamente per gli utenti USA, ma sembra lo schiudersi di un portone molto interessante da attraversare per la moneta elettronica. L'altro motivo per cui il 2020 potrebbe essere ricordato è il fatto che a fine settembre è arrivata la prima proposta di Regolamento UE, il cui obiettivo è "fornire chiarezza legale e certezza per chi emette e fornisce crypto-asset". La stretta ci sarà soprattutto in termini di irequisiti minimi che i fornitori di cryptovalute dovranno rispettare (anche patrimoniali e sulla custodia) e nella lotta agli attacchi hacker. I minatori secondo l'UE dovranno avere una "presenza fisica nell'Unione europea e saranno soggetti alla supervisione EBA (Authority UE bancaria) in modo da tutelare la stabilità finanziaria del Vecchio Continente.
Happy birthday Bitcoin!
Paolo Bozzacchi
photo credits: valute virtuali