Economia
Finanza digitale, più la usiamo più serve consapevolezza
Di Giampiero Cinelli
(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)
Innovazione tecnologica e digitalizzazione hanno cambiato le nostre abitudini finanziarie. Utilizziamo piattaforme on line per fare acquisti o vendite, per trasferire denaro e in generale per gestire e investire il nostro denaro, per chiedere un prestito. Molte di queste attività che un tempo potevamo svolgere solo con il coinvolgimento diretto di un intermediario, ad esempio una banca, e che necessitavano anche del nostro spostamento fisico, oggi possiamo svolgerle comodamente da casa. Basta il nostro computer, il nostro tablet o semplicemente il cellulare. Scarichiamo un App e con un click acquistiamo un vestito oppure disponiamo un bonifico. I vantaggi sono numerosi. Le nostre transazioni avvengono in tempo reale, sono più rapide, sono accessibili a tutti. Tuttavia, l’accresciuto ricorso alla finanza digitale si porta dietro anche dei rischi che è bene conoscere e soprattutto gestire. Uno di questi è il sovraindebitamento. L’accesso rapido e facile alle piattaforme digitali può indurre la persona fisica o l’impresa a prendere decisioni finanziarie impulsive senza valutare adeguatamente la propria capacità di rimborso e quindi ad accumulare più debiti di quanto sia in grado di pagare. Molte piattaforme offrono microprestiti che sembrano molto allettanti per chi ha bisogno di fondi immediati ma spesso sono gravati da tassi di interessi elevati che non vengono attentamente valutati perdendo di vista il costo effettivo dell’indebitamento. Un altro rischio deriva dalla mole di informazioni personali e sensibili che riversiamo sul web e che ci rende vulnerabili all’attacco dei malfattori.
I cyber criminali sfruttano la digitalizzazione e le abitudini degli utenti, attuando tecniche sempre più sofisticate di ingegneria sociale per frodi o attacchi ai sistemi informativi. Gli utenti sono così esposti a più tipi di rischio: furto di dati riservati e credenziali bancarie, perdita di somme di denaro, truffe e coinvolgimento in reati, quale ad esempio il money muling. Le minacce a danno degli gli utenti hanno nomi accattivanti ma tutti accomunati dal riferimento all’esser “pescati con un amo”, chiaro riferimento all’abboccamento. Si parla di “pharming”, quando l’utente viene indirizzato su siti fasulli per installare software dannosi o prelevare dati bancari; di “phishing” quando si usa una mail apparentemente legittima che simula la richiesta di dati personali poi usati per violare un account bancario; di “vishing” quando viene utilizzato il telefono per carpire dati riservati come password o pin di carte di debito o credito. Insomma, la fantasia dei truffatori è sempre in movimento. La finanza digitale è complessa e l’attenzione da parte di tutti noi deve essere massima. Bisogna essere consapevoli dei rischi associati all’utilizzo del digitale e adottare comportamenti virtuosi nell’utilizzo degli strumenti informatici. L’educazione finanziaria e la diffusione della cultura finanziaria, per tutte le fasce d’età, sono strumento fondamentale per assumere decisioni finanziarie consapevoli. E una maggiore consapevolezza delle pratiche finanziarie è indispensabile per proteggersi dalle truffe. È fondamentale che gli utenti siano consapevoli dei rischi associati alla finanza digitale e adottino misure di sicurezza adeguate, come l’uso di password sicure, l’autenticazione a due fattori e la selezione di piattaforme sicure e regolate. Di educazione finanziaria oggi si parla tanto e fra le varie istituzioni impegnate su questo tema c’è anche la Banca d’Italia.
