Economia

Economia subacquea e dello spazio: l’Italia può essere protagonista? La conferenza

03
Dicembre 2024
Di Ilaria Donatio

Come può il nostro Paese giocare un ruolo da protagonista nella space economy e nella dimensione subacquea, insieme alle aziende strategiche e in partnership con gli alleati internazionali? La nuova sfida tra le grandi potenze è nello spazio e nelle infrastrutture critiche della dimensione sottomarina? Sono le due domande principali a cui ha provato a dare risposta la Conferenza Space&Underwater organizzata da Cybersecurity Italia – quotidiano online sulla cybersicurezza – a Roma. Tra i relatori, rappresentanti delle istituzioni (Parlamento, Governo, Autorità regolatorie), Forze Armate, industria e gli stakeholder provenienti dall’Italia, dagli altri Stati europei ed extra Ue.

Musumeci, prossime sfide saranno su spazio aereo e sottomarino
“La sfida del prossimo futuro sarà la conquista, in termini assolutamente razionali, compatibili e pacifici, la conquista dello spazio sottomarino e dello spazio aereo. Sono due sfide di fronte alle quali l’Italia mi pare essere assolutamente puntuale”. Lo ha detto il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, nel proprio intervento.

”L’Italia arriva puntuale a questo appuntamento ma il tema”, ha sottolineato il ministro, “non può essere affrontato in una dimensione nazionale”, perché è “mondiale e l’Unione Europea deve darsi una strategia sulla occupazione del dominio subacqueo”.

“La dimensione sottomarina è un uno spazio nel quale ogni Paese, ogni nazione deve esercitare la massima vigilanza”, ha sottolineato il ministro ricordando la nascente agenzia per la sicurezza subacquea, il cui ddl si appresta a passare al vaglio della Conferenza delle Regioni e poi tornare in Consiglio dei ministri. “Questa agenzia – ha ricordato – resterà presso la presidenza del consiglio dei ministri, con un direttore che sarà concordato con il Ministero della difesa. Il mio compito sarà quello di mettere attorno a un tavolo 12 ministeri che si occupano direttamente o indirettamente di mare e trovare alla fine la soluzione, il punto di convergenza sui temi”.

Musumeci ha riferito, infine, di aver avanzato “richiesta” al vicepresidente “Fitto perché l’Unione Europea cominci a lavorare per darsi una seria strategia su come occupare lo spazio sottomarino, come disciplinarlo, quali attività consentire, in un clima di assoluta cooperazione internazionale, ma in questo momento io credo che guardare alla sicurezza come priorità non sia assolutamente una perdita di tempo”.

Butti, ‘militarizzare’ cavi sottomarini per la cybersicurezza
“È indispensabile intervenire per la difesa” delle infrastrutture sottomarine pensando alla loro “militarizzazione” con la “possibilità di individuare quei cavi come fossero spazi sovrani di ogni singolo Paese o di una coalizione”. Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alessio Butti.

“Si tratta di un tema di grandissima attualità – ha sottolineato -, così come la progressiva diversificazione delle rotte dei cavi, la cosiddetta ridondanza. Stiamo scontando un ritardo di consapevolezza a livello europeo”. Poi il sottosegretario ha ribadito che “le infrastrutture sottomarine sono delle risorse e come tali vanno protette, difese in ogni modo possibile. Basti pensare che lì sotto passa una quantità incredibile di dati, che definiranno le democrazie nel mondo in qualche modo”. 

L’obiettivo dell’Italia, ha spiegato Butti, è quello di “diventare un hub tecnologico nel Mediterraneo, per l’intelligenza artificiale, per le infrastrutture sottomarine, per tutto quello quello che può essere un ponte tra l’Europa e il mondo che sta a Sud”. “Forse è il caso di lavorare a una sorta di piano regolatore a livello subacqueo – ha concluso Butti – per capire dove sono le infrastrutture quale è il loro stato di salute, quali le possibilità di intervento. Occorre una mappatura attenta di quello che esiste. Se l’Italia non gioca un ruolo in questo scacchiere rischiamo di rimanere al palo”. 

Cingolani, c’è ancora tanto da fare, Ue faccia esame coscienza
Sul tema spaziale “c’è moltissimo da fare”. Lo ha detto l’amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, Roberto Cingolani, nel suo intervento alla ‘Space&Underwater Conference’. 

“Quando sono arrivato 18 mesi fa – ha detto – ho trovato nel bilancio di Leonardo appena una cinquantina di milioni” per lo spazio. Troppo poco, ha sottolineato Cingolani, per un’azienda che ha ‘aerospace and defence’ nel suo sottotitolo. “Voglio una divisione che debba partire più o meno con 1 miliardo di fatturato all’inizio per poi crescere – l’auspicio dell’ad – e che sia percepita all’estero come blocco monolitico con massima competenza tecnologica e con una chiara visione di prodotto e strategica”. 

Nel suo intervento, Cingolani ha spiegato inoltre che “la situazione a livello europeo non è ottimale”. “Abbiamo un ritardo mostruoso su Satcom (sistema di comunicazione satellitare, ndr) – le sue parole -. L’Europa deve farsi un esame di coscienza se vuole essere competitiva. Sull’esplorazione, invece, siamo molto forti, abbiamo nicchie di eccellenza che vanno valorizzate. Spero che il modello che abbiamo sviluppato faccia da ispiratore per catalizzare alleanze europee senza le quali ogni Paese da solo non va da nessuna parte”. 

Folgiero, in sintonia con Leonardo ma anche con piccoli
“Fincantieri sta facendo un grande sforzo in sintonia con Leonardo con cui stiamo gestendo i perimetri e le strategie in una maniera vincente per il Paese e con una visione industriale militare di lungo termine”. Così Pierroberto Folgiero, Ad e Direttore Generale di Fincantieri nel suo intervento. “Stiamo consolidando e federandoci con i grandi altri attori, ma anche con i piccoli. Come sempre l’innovazione è grande-piccolo, il rapporto tra grande e piccolo è uno degli esercizi manageriali più complessi, che la grande azienda tende a mangiare le tecnologie dei piccoli e non possiamo permettercelo – continua -.

Dobbiamo prenderci il nostro spazio e portarlo in Europa, perché chiaramente questa visione della subacquea è una visione del nostro blocco geopolitico. L’idrogeno di cui si parla tanto oggi, che tutti stiamo cercando di marinizzare, la Marina lo gestisce sott’acqua da 15 anni, in sicurezza, logisticamente e impeccabilmente”. “L’Italia ha questa lunghissima tradizione – conclude Folgiero -. Oggi abbiamo un sommergibile che nel tempo abbiamo quasi completamente italianizzato”.
“Abbiamo identificato un mercato dell’underwater che vale circa 400 miliardi. Di cui 100 di underwater militare e il resto di underwater duale”.

Generale Vestito, garantire difesa e sicurezza nello spazio
“Dobbiamo garantire nello spazio l’osservazione, comunicazione, navigazione e difesa”. Lo ha detto il generale Francesco Vestito, direttore della Direzione per l’impiego del personale militare dell’Aeronautica Militare. 

“L’Aeronautica Militare – ha aggiunto – ha ricevuto una sorta di leadership interforze per portare avanti queste capacità che permettono di proteggere tutto questo. Ci sono ovviamente scienza ed economia, ma anche tanta difesa. L’Aeronautica ha una grande competenza in questa terza dimensione, che ora arriva fino allo spazio. In molti vogliono operare nello spazio e per questo servono utenti che garantiscano la sicurezza”. 

Urso, spazio e underwater campo per nuove sfide geopolitiche
Spazio e underwater “sono il campo per nuove sfide geopolitiche, economiche e scientifiche” con “profondi legami tecnologici”. Questo uno dei passaggi della lettera che il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, ha inviato ai partecipanti della ‘Space&Underwater Conference’. 

“Le tecnologie sviluppate per le missioni spaziali trovano applicazione nelle esplorazioni sottomarine e viceversa – aggiunge il ministro -. Sia nello spazio che nelle profondità oceaniche, le strutture devono resistere a pressioni estreme, temperature variabili e i materiali sono soggetti ad una usura più rapida. L’utilizzo di materiali compositi, leghe metalliche e rivestimenti protettivi sviluppati per le missioni spaziali può essere utilizzato nelle piattaforme sottomarine e portare ad innovare i materiali per le infrastrutture strategiche, come i cavi transoceanici. Le tecnologie sviluppate per le comunicazioni nello spazio possono, inoltre, portare alla introduzione di profonde innovazioni nella comunicazione con sensori e droni esplorativi utilizzati nelle aree subacquee più remote. Questo interscambio tecnologico può rafforzare partnership industriali o addirittura portare alla nascita di nuovi campioni europei che operino in entrambi i settori”.