Economia

Economia di mare e spazio, gli obiettivi comuni civili e militari

19
Novembre 2024
Di Giampiero Cinelli

Di quanto siano importanti per l’Italia l’economia del mare e dello spazio, e se si possa pensare a delle interconnessioni, si è parlato oggi a Palazzo Giustiniani nel Convegno “Space & Blue Economy”.

«Nello sviluppo dell’economia del mare c’è un comparto, dove permangono incertezze», ha affermato il ministro della Protezione Civile e del Mare Nello Musumeci, «da affrontare con risolutezza, ed è quello dell’eolico offshore». Musumeci ha aggiunto che il mare è un luogo su cui investire, che ci sono problemi legati all’inquinamento del Mediterraneo con la crescita della presenza delle specie aliene e «le prospettive sull’innalzamento del mare non sono rosee. A fronte di questi problemi bisogna guardare a medio e lunga scadenza con il pragmatismo che serve: l’economia del mare è una straordinaria risorsa e le regioni del Sud sono quelle dove sta crescendo di più».

Musumeci ha ricorda che l’Italia è forse il primo paese Ue «ad essersi dotata di una legge che regola le attività militari e civili subacquee. L’Europa finora non è interessata alla dimensione subacquea ma è bene cambiare passo. Il ministro ha anticipato che «il Parlamento italiano dovrà occuparsi tra poche settimane del disegno di legge sobrio e snello che consente di stabilire regole valide per tutti e che prevede l’Agenzia per la sicurezza delle attività subacquee». Il protagonista sarà la Marina Militare «ma dobbiamo aprire questo spazio tanto al militare quanto al civile e ci sono molto imprese piccole-medie in questo comparto, sono imprese con fatturati significativi». Secondo Musumeci oggi c’è un’attenzione crescente ma al tema anche se è ancora limitato agli addetti ai lavori; Presto sarà all’attenzione dell’opinione pubblica».

Sullo Spazio invece, per il ministro Adolfo Urso, è una «assoluta necessità la legge quadro italiana sul settore. «L’Italia ha in piedi investimenti per 7,3 miliardi entro il 2026 nella Space economy». Urso ha sottolineato che si tratta di risorse nazionali e di risorse europee, nell’ambito del Pnrr, per le quali si è in linea con il cronoprogramma di spesa. Grazie a questi investimenti, in parte veicolati dall’Agenzia spaziale italiana (Asi), l’Italia rafforzerà la sua posizione di secondo contributore dell’Agenzia europea Esa ex-aequo con la Francia e subito dietro alla Germania.

Urso ha fatto quindi riferimento alla legge quadro sulla space economy, all’esame del Parlamento italiano, che «va a colmare una lacuna, per regolamentare le attività dei privati nello spazio, sia per la certificazione dei prodotti che per l’autorizzazione al volo e soprattutto per l’assicurazione contro eventuali incidenti nello spazio e dallo spazio». La legge italiana, ha aggiunto Urso, «Sarà ispiratrice di una legge europea sullo spazio, che avrà la forma di un regolamento che armonizzerà il contesto europeo. Sia nella Blue economy che nella Space economy l’aspetto militare è presente, sono domini, e tra l’altro tutto quello che sta accadendo, purtroppo, attorno all’Europa ci fa capire quanto importante sia la presenza dell’Italia e dell’Europa nello spazio e nel mare ai fini civili certo ma anche ai fini della tutela e quindi della difesa militare del nostro paese e del nostro continente».