Economia

Economia del mare: in Italia vale 178 miliardi di euro pari al 10,2% del Pil 

10
Luglio 2024
Di Ilaria Donatio

L’economia blu potrebbe davvero rivoluzionare il nostro futuro ma per farlo, bisognerebbe mettere al centro di uno sviluppo economico sostenibile e redditizio la considerazione degli spazi acquatici come motori di innovazione e di crescita. Del valore che il mare e la sua economia generano, si è parlato stamane a Roma, durante la presentazione del XII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare 2024 a cura di Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare Ossermare e Centro Studi Tagliacarne – Unioncamere. Presenti il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci.

Il 10,2% del PIL
Come ogni anno, anche questa edizione del Rapporto accende i riflettori sui diversi comparti in cui si articola la forza produttiva “blu”: le filiere dell’ittica e della cantieristica, i servizi di alloggio e ristorazione, le attività sportive e ricreative, l’industria delle estrazioni marine, la movimentazione di merci e passeggeri, la ricerca, regolamentazione e tutela ambiente. 

Con 227.975 imprese e 1.040.172 di occupati, l’Economia del mare in Italia genera un valore aggiunto diretto pari a 64,6 miliardi di euro, che, se consideriamo il valore attivato nel resto dell’economia, raggiunge i 178,3 miliardi di euro, pari al 10,2% del Pil nazionale.

Un settore in netta crescita
A crescere è il valore aggiunto diretto con un +15,1%, pari a due volte la crescita media italiana che si ferma al 6,9%. Ma aumenta anche il valore aggiunto complessivo, di quasi un punto percentuale rispetto a quanto rilevato dal rapporto del 2023.

Ancora: cresce il moltiplicatore, pari quest’anno a 1,8, a fronte dell’1,7% della scorsa rilevazione, vale a dire che per ogni euro speso nei settori direttamente afferenti alla filiera mare se ne attivano altri 1,8 nel resto dell’economia. Anche gli addetti al settore aumentano, con una crescita occupazionale del 6,6%, pari a quasi quattro volte quello registrato nel Paese (1,7%). Stabile, infine, il numero delle imprese.

Rapporto in pillole
Giovani, donne e stranieri sembrano essere i protagonisti, in larga parte, dell’economia del mare: le imprese giovanili in Italia sono pari al 9,0% dell’economia blu, le imprese femminili al 22,4% e le imprese straniere al 7,4%. 

Quanto ai territori la top five per incidenza del valore aggiunto della blue economy sul totale dell’economia territoriale, è composta da: Liguria (11,9%), Friuli-Venezia Giulia (7,2%), Sardegna (7,1%), Lazio (6,0%) e Sicilia (5,7%), a livello regionale. Da Trieste (18,9%), Livorno (17,6%), La Spezia (16,8%), Gorizia (13,7%) e Rimini (13,0%), per il livello provinciale.

Primato a Sud per valore aggiunto, occupati e imprese
Il Sud Italia consolida il suo primato di area a maggiore produzione di valore aggiunto con quasi 21 miliardi di euro di produzione diretta, pari a circa un terzo dell’intero “prodotto blu” nazionale. 
Lo stesso vale per l’occupazione, concentrata per oltre il 37% al Sud, nonché per le imprese, che addirittura superano nel Mezzogiorno le 111 mila unità, oltre il 48% dell’intera base imprenditoriale blu del Paese.
Più basso invece il moltiplicatore pari all’1,6, a fronte del 2 del Nord-Est, dell’1,9 del Nord-Ovest e dell’1,7 del Centro.

Urso: Governo al lavoro per legge quadro su economia blu
Il futuro dell’Italia è nello spazio e nel mare, due comparti significativi su cui il nostro Paese può crescere nei prossimi anni, riaffermando una sua inequivocabile vocazione naturale e storica”, ha detto il ministro Urso nel suo intervento, ricordando che “abbiamo già realizzato il ddl sulla Space Economy che inizierà fra pochi giorni il suo iter parlamentare. Stiamo inoltre lavorando alla legge quadro sull’economia del mare, insieme ai dicasteri competenti e sotto il coordinamento del Ministero per le politiche del mare guidato da Nello Musumeci, che contiamo di presentare nelle prossime settimane. Sarà inoltre necessario che il tema del mare e della potenza economica che può generare, della sua protezione e tutela assumano una dimensione europea. Lavoreremo tenacemente affinché sia al centro dell’agenda della prossima Commissione europea, invertendo il processo che ha visto negli ultimi 30 anni l’Europa perdere capacità industriali, tecnologiche e posti di lavoro”.

Musumeci: Entro un mese il Ddl su dimensione subacquea in Cdm
“Il dominio dello spazio e dell’area subacquea farà la differenza, ci stiamo lavorando con piglio e attenzione. Il prossimo mese porterò in Cdm il disegno di legge sulla dimensione subacquea. E’ un fronte sul quale l’industria ha puntato l’attenzione, parliamo di robotica, di strumenti sofisticati, di nuove tecnologie e della necessità di scoprire una parte dell’80% della dimensione subacquea che ancora non si conosce”. A dirlo il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, in occasione della presentazione del Rapporto. 

Prete (Unioncamere): Digitale e green al centro della blu economy
“La blue economy si caratterizza come uno dei settori trainanti della nostra economia con una forte connotazione imprenditoriale. Ne è una dimostrazione l’incremento della base d’impresa che è aumentata nell’ultimo biennio dell’1,5% contro una contrazione di quasi due punti di quella complessiva, con una maggiore presenza di imprenditorialità giovanile e femminile”. Lo ha sottolineato Andrea Prete, appena riconfermato presidente di Unioncamere, che ha aggiunto “al contempo l’economia del mare rappresenta una delle filiere in cui più forte è la crescita dell’attenzione al digitale e al green. Ecco perché il sistema camerale, che già nel passato ha dato forte enfasi all’economia blu, dedicherà nei prossimi anni un crescente impegno alle imprese di questo settore attraverso policy mirate sempre più inserite nel quadro delle priorità europee”.

Acampora (Assonautica): Rapporto, riferimento del sistema mare italiano
“Il nostro Rapporto nazionale” – ha dichiarato Giovanni Acampora, Presidente Assonautica Italiana, Si.Camera e Camera di Commercio Frosinone Latina – “è diventato il documento di riferimento del sistema mare italiano, perché offre un’analisi puntuale del valore e del peso dell’Economia blu del nostro Paese, che mettiamo a disposizione di tutti: operatori del settore, Istituzioni, associazioni, imprese e dell’intero cluster del mare. Si tratta di un elemento imprescindibile per dare la giusta importanza alla Blue Economy italiana e affermare la sua leadership nel contesto euro-mediterraneo, in linea con il lavoro che stiamo portando avanti con il Piano del mare”. 

Testa (Ossermare): Sfida italiana si vince tramite conoscenza scenario marittimo
Secondo Antonello Testa, Coordinatore dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare Ossermare: “L’Economia del mare italiana conferma il suo trend di crescita superando i 178 miliardi di euro di valore aggiunto. I dati confermano la leadership dell’Italia in Europa, a differenza di quanto registrato dal EU Blue Economy Report 2024 che ci colloca al 4° posto come valore aggiunto dopo Germania, Francia e Spagna, guardando a un perimetro diverso dal nostro. La sfida dell’Italia si vince solo avendo la piena conoscenza dello scenario marittimo in cui ci muoviamo e della sua evoluzione in modo rapido e puntuale ed è quello che noi istituzionalmente, insieme al Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne – Unioncamere, facciamo da più di dieci anni”.