Economia

Disoccupazione e mancanza di investimenti: Germania in stallo

05
Agosto 2024
Di Ilaria Donatio

Se è vero che lo sport è in grado di imprimere a un Paese dall’economia appannata e bisognosa di ottimismo – con i suoi successi e le medaglie conquistate – una considerevole spinta, allora dovremmo dedurne che i mancati traguardi sportivi siano capaci di affossare il morale di una nazione che ha perso smalto: in politica come in economia. Così accade che in Germania, quella che un tempo era considerata la locomotiva d’Europa, oggi è diventata un Paese in stallo. Con la nazionale di calcio tedesca che ha deluso agli Europei 2024, facendosi eliminare ai quarti di finale dalla Spagna. E – alle Olimpiadi di Parigi – gli atleti teutonici che non brillano: decimi nel medagliere dei Giochi.

La Germania soffre
Disoccupazione, trasporti nel caos, il governo Scholz attraversato da liti continue, per non parlare dell’economia digitale che arranca a causa dei mancati investimenti strategici. Ma, soprattutto, l’aumento della disoccupazione, che il mese scorso ha visto oltre 82 mila persone perdere il lavoro, secondo dato peggiore degli ultimi 20 anni: senza lavoro è circa il 6% della popolazione complessiva. Intanto, l’indice che misura la fiducia degli imprenditori e le loro aspettative a sei mesi, i dati dell’Ifo, in luglio è sceso all’87% dall’88,6% di giugno. Insomma, l’economia tedesca è tornata a contrarsi: segnando un meno 0,1% nel secondo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2023.

Governo Scholz paralizzato
A Bruxelles circola una battuta sulla maggioranza di governo di Berlino, secondo cui, se si parla con tre ministri tedeschi, si ha la sensazione che siano ministri di tre paesi diversi. E la dice lunga sull’instabilità che caratterizza la scena politica berlinese, con il cancelliere Scholz considerato senza qualità e la maggioranza formata da socialdemocratici, verdi e liberali, diventata ingovernabile: la coalizione è lacerata, tra l’altro, dal tema del bilancio, con la questione se mantenere o meno un limite all’indebitamento annuale che, a settembre, rischia di diventare esplosiva.
Ma allora la Germania è per la seconda volta, dopo la crisi della fine degli Anni ’90, il “grande malato d’Europa”? Gli analisti ritengono che rischia di diventarlo, se non si faranno serie riforme strutturali. Quali?

Le cinque scommesse
Aumento degli investimenti pubblici. Questi, tra il 2018 e il 2022, sono calati a picco in proporzione al Pil, tanto da far posizionare il Paese – tra gli Stati a più alto reddito – al sedicesimo posto, con il 2,5% (dati Ocse-Imf). Espansione della forza lavoro che ha subito, negli anni, una grave contrazione. Aumento del reddito pro-capite, sceso di nove punti percentuali tra il 2017 e il 2023. Recupero del ritardo nel digitale con la realizzazione di una serie di investimenti strategici che, negli anni di Angela Merkel, sono mancati. Infine, la ripartenza dell’export penalizzato dall’attuale frammentazione geoeconomica del mondo: la scommessa più ardua da affrontare, considerato il “raffreddamento” dell’economia Usa e il rallentamento di quella cinese.

Intanto, l’Europa continua a guardare a Berlino come a un punto fermo, dopo tanti anni di fiducia ben riposta. Chissà che la attuale debolezza, politica ed economica, non alimenti la tradizionale voglia di riscatto e di vittoria dei germanici e che Hermann Broch – scrittore e drammaturgo austriaco – descrisse con queste parole: “Il popolo tedesco è il popolo più estremo, sia nel bene che nel male, di tutto il mondo occidentale”.

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