Economia

Usa, dazi: Tajani chiama Rubio. Iniziata l’operazione anti-dumping

27
Gennaio 2025
Di Giuliana Mastri

In Italia, l’operazione per trovare l’antidoto ai dazi di Trump è partita. Antonio Tajani, ministro degli Esteri, ha telefonato al neo-segretario di Stato americano Marco Rubio, offrendo investimenti di imprese italiane in Usa, in cambio di un trattamento favorevole. Un approccio culturalmente nelle corde Usa, già inclini in politica interna ad agevolare i cittadini che smobilizzano i loro capitali.

Tajani e Rubio hanno parlato anche di altre questioni, ad ampio raggio nei dossier internazionali, per tastare quanto è reale l’allineamento tra Esecutivo nostrano e Amministrazione a stelle e strisce e capire ancora meglio quale potrebbe essere la chiave che sblocca le frizioni. In questi giorni, ad esempio, si è detto molto della contropartita inerente alla spesa militare in ambito Nato, che il Tycoon vuole i Paesi europei portino almeno al 2% del Pil. Nei temi trattati nella telefonata, infatti, anche i teatri di guerra nel mondo, l’Ucraina, Taiwan.

Ma la spada di Damocle ancora pende sulla penisola e può costare, come minimo, 4 miliardi – annoverando settori chiave tra cui moda e agroalimentare fino a un massimo di 7 miliardi secondo le attuali stime. Ma gli studi sugli impatti commerciali continueranno, probabilmente in cooperazione con gli altri Paesi europei e l’UE stessa. A complicare il quadro, il fatto che 18 procedimenti anti-dumping e anti-sovvenzioni posti dagli Stati Uniti in passato sono ancora in essere.

Gli Stati Uniti sembrano abbastanza sicuri di continuare per questa strada. Perché come noto hanno uno strutturale disavanzo commerciale nei confronti dell’Europa. E questo è accettabile dal punto di vista teorico, se sei la prima potenza mondiale, la moneta di riserva negli scambi internazionali è (ancora prevalentemente) il dollaro e per sostenere le nazioni parte della tua sfera di influenza devi comprare le loro merci. Meno accettabile però se hai deciso che gli Stati Uniti debbano recuperare vocazione industriale, riportare la manifattura nella nazione e abbandonare, almeno in parte, il dogma della globalizzazione. L’Italia poi nell’export è campionessa. Nel 2023 la bilancia commerciale rispetto agli Usa era in attivo per più del doppio: 67,3 miliardi contro 25,2 miliardi.

Probabile che nei prossimi giorni Tajani volerà a Washington. E non sono escluse azioni diplomatiche multilaterali. La Farnesina e l’Europa si muovono intente a evitare un danno complessivo continentale di circa 54 miliardi di euro. Stavolta, senza più nasconderlo troppo, se è vero che Roma ha una rapporto privilegiato con la Casa Bianca, Bruxelles si augura ciò possa essere utile.