Economia

Dazi USA, la Cina rallenta

22
Ottobre 2018
Di Redazione
La fiamma del Drago è ancora accesa. Ma sta perdendo di potenza. Sta rallentando il Pil della Cina, cresciuta nel terzo trimestre del 2018 del 6,5%. Un sogno rispetto ai tassi di sviluppo economico degli USA o dell'UE. Ma non in linea con quel 7% annuo annunciato da Pechino nel suo Piano Quinquennale, poi rivisto col tempo al ribasso e fissato proprio al 6,5%. Nulla di nuovo, si direbbe. E invece non è così. A guardare bene nelle pieghe del Pil del Dragone rallentano da diversi trimestri sia i consumi che gli investimenti. Soprattutto a causa dei primi effetti dei dazi di Donald Trump, che si faranno sentire molto più pesantemente nel 2019. Dal +6,8% del primo trimestre 2018 si è scesi al 6,7% del secondo, per atterrare al +6,5% del terzo trimestre. Una lenta discesa che sta preoccupando Pechino. E che potrebbe avere effetti anche internazionali non da sottovalutare. Se ne è accorta la Banca Centrale Cinese, che ha iniziato una politica dei tassi a sostegno della "crisi". La Cina ha bisogno di uno sviluppo costante e duraturo, anche per continuare ad attrarre investimenti esteri e compiere passi importanti in termini di acquisizioni di infrastrutture e imprese nel mondo. 
Intanto, però, la gioiosa macchina cinese continua a mietere grano importante. Ad esempio il colosso Usa dell'auto innovativa, Tesla, ha chiuso le trattative per l'acquisto di un lotto di terreno a Shanghai dove sorgerà la sua prima giga-factory al di fuori degli Stati Uniti. Il piano Tesla è motivato in parte dal calo dell'export di veicoli elettrici verso la Cina, dopo che Pechino ha imposto una tariffa del 25% sui veicoli importati da Oltreoceano. La Cina è il più grande mercato al mondo per i veicoli elettrici, ed è il primo cliente Tesla fuori confine. Tesla è in difficoltà, visto che ha fatto registrare un calo del 76,1% delle vendite tra giugno e agosto. E il nuovo stabilimento cinese raddoppierà la produzione mondiale di Tesla e nel frattempo ridurrà il prezzo delle auto elettriche in Cina. 
Dal punto di vista interno, nonostante il calo della crescita, i progetti cinesi rimangono più che ambiziosi. Lo dimostra ad esempio il progetto di illuminazione urbana artificiale grazie a Lune satelliti (avete letto bene) che dovrebbe essere realizzato entro il 2022. Nei prossimi quattro anni verranno lanciate in orbita tre Lune artificiali: tre enormi specchi che divideranno il piano orbitale a 360°, illuminando una vasta area urbana (tra i 3600 e 6400 kmq) per 24 ore al giorno. Le Lune consentiranno un risparmio di oltre 150 milioni di euro l'anno. 
Una sorta di austerity modello capannone per polli in batteria.   
 
Fabrizio Francioni