Economia
Dati Istat: economia in difficoltà, serve svolta con legge di bilancio
Di Alessandro Cozza
Pubblicati i dati Istat e, se il buongiorno si vede dal mattino, nel caso dell’economia italiana, non è andata proprio così. Le revisioni dei conti nazionali trimestrali, infatti, hanno certificato che rispetto all’aumento del PIL tra gennaio e marzo (+0,6%) è seguito un calo nel secondo trimestre (-0,4%). Non solo. I risultati delle inchieste di famiglie e imprese a settembre suggeriscono che la fase di debolezza dell’economia italiana potrebbe proseguire nei prossimi mesi. Nel secondo trimestre, è aumentata la spesa per consumi finali delle famiglie, a fronte della sostanziale stazionarietà del reddito disponibile (-0,1%) e di una flessione della propensione al risparmio. Quest’ultima è scesa di 0,4 punti percentuali rispetto ai tre mesi precedenti, attestandosi su un valore storicamente basso (6,3%). In particolare, il reddito lordo disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,1% in termini congiunturali e il potere d’acquisto dello 0,2%.
Il quadro internazionale, poi, è caratterizzato da differenti posizioni cicliche delle principali economie e incertezza circa il proseguimento della fase di decelerazione dell’inflazione su cui pesa il rialzo delle quotazioni delle materie prime energetiche accentuato dalle recenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente. I dati più recenti sugli scambi con l’estero dell’Italia hanno mostrato a luglio un calo di importazioni ed esportazioni sia rispetto a giugno sia rispetto a luglio 2022. Nei primi sette mesi del 2023, le esportazioni sono complessivamente aumentate del 2,3% mentre le importazioni sono diminuite del 6,1%. L’andamento dell’export, in particolare, ha riflesso un decremento dei volumi esportati verso i mercati Ue e quelli extra Ue, in presenza di un aumento dei valori medi unitari dei beni esportati in entrambi i mercati. Sono cresciuti i valori medi unitari di tutte le tipologie di beni esportati ad eccezione di quelli energetici, calati di oltre il 20%, mentre si è osservata nel periodo considerato una riduzione dei volumi di tutte le categorie di beni, particolarmente marcate nel caso di quelli di consumo non durevoli e di quelli intermedi (-9,6 e -8,8%).
A commentare questi dati e a lanciare un monito chiaro al Governo in vista della prossima legge di bilancio è stata Confesercenti: “Un quadro macroeconomico fragile. La Nota mensile dei dati Istat conferma, purtroppo, il momento di stallo dell’economia italiana, come già avevamo sottolineato: all’esaurimento del rimbalzo post – Covid e all’assenza di fattori espansivi in grado di contrastare gli effetti dell’alta inflazione si somma ora l’incertezza dovuta all’aggravarsi della questione mediorientale”. Cos l’Associazione tramite una nota stampa. “Attenuata, per motivi stagionali, la grande spinta proveniente dal turismo internazionale, le prospettive di questa seconda parte del 2023 puntano, dunque, a una crescita zero con una difficile conservazione degli incrementi di Pil acquisiti dai primi sei mesi dell’anno: senza il maggior contributo attribuito ai consumi, auspicando che possa realizzarsi, la previsione di crescita del Pil si attesterebbe al di sotto dello 0,5%. In queste condizioni, perciò, è prioritario adottare una legge di bilancio ispirata a grande prudenza e capace di orientare le poche risorse disponibili al recupero del potere d’acquisto delle famiglie: la debolezza del quadro internazionale insieme ai protratti segnali di stanchezza degli investimenti rendono, infatti, determinante la tenuta dei consumi per il raggiungimento dei pur modesti obiettivi di crescita fissati dal governo per il prossimo anno”.
Il quadro generale dipinge una stagnazione economica che per il momento sembra lasciare il Paese in una fase di limbo dal quale non si prevede di uscire a breve. Non sarà una missione facile, ma la prossima legge di bilancio avrà un compito quanto mai arduo, mettere la quinta per l’ennesima ripartenza dell’Italia.