Economia
Da maggio prime riaperture, speranza per il settore di eventi privati
Di Redazione
Aiuti alle imprese, protocolli per la riapertura, riconoscimento formale del settore Matrimoni ed eventi privati. E ancora, presentazione di dati nazionali e internazionali e illustrazione di progetti innovativi di rilancio e valorizzazione. Questa il programma degli Stati generali del settore – organizzato da Unanime, confederazione che raccoglie le associazioni della filiera – che si sono tenuti lo scorso 7 aprile. Una giornata dedicata alla tutela e al rilancio di un comparto tra i più danneggiati dalle misure di contenimento del Covid che ha visto alternarsi virtualmente sul palco del teatro Garbatella di Roma i rappresentanti delle 16 associazioni di categoria organizzatrici dell'evento, ministri, sottosegretari, parlamentari, assessori e consiglieri regionali. Come slogan dell'evento una citazione dantesca: "Il bel paese là dove il sì suona".
"Nel settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri – spiegano i presidenti delle associazioni promotrici dell'evento – ci siamo permessi di prendere in prestito il celebre verso dell'Inferno perché racchiude il senso della nostra manifestazione. Fu Dante a coniare per l'Italia l'espressione 'bel paese', associandola al 'sì', avverbio che nell'immaginario collettivo riporta alle nozze. Perché il nostro settore, che coinvolge non solo matrimoni ma anche eventi privati, non è solo una filiera che conta oltre 50mila operatori economici in grado di produrre un giro di affari superiore ai 60 miliardi di euro, ma è anche un volano per altri comparti e un motore di valorizzazione delle bellezze dei nostri territori sui mercati internazionali ed esteri".
Tra le istituzioni che sono intervenute la Ministra gli Affari regionali, Mariastella Gelmini: “Delle riaperture da maggio ci saranno, forse qualcosa anche dal 20 aprile. Ma è chiaro che eventi oceanici sarà complicato organizzarli anche nei prossimi mesi. Serviranno nuovi protocolli di sicurezza per l'organizzazione degli eventi, e ovviamente sarà fondamentale l'ulteriore accelerazione della campagna vaccinale per avere sempre più popolazione immunizzata. L'esecutivo è consapevole del vostro stato di disagio ed è pronto a lavorare per alleviare queste vostre difficoltà".
Tra gli ospiti intervenuti anche il Presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI), Giacomo di Thiene ha tracciato un’immagine ben definita della situazione che sta vivendo il comparto e di quali sono i prossimi passi per affrontare la ripartenza post covid che nel suo intervento ha sottolineato come “la filiera oggi raccontata rappresenta un importante spaccato del tessuto di piccole e medie imprese che sono una peculiarità tutta italiana. Un’eccellenza da molti riconosciuta che, ciononostante, è estremamente difficile da tutelare date la sua eterogeneità e frammentazione, costituendo un raggruppamento che da va dall’associazione dei fotografi a quella dei caterer, dai wedding planner ai proprietari di dimore storiche. Una categoria, quest’ultima, che spesso non viene adeguatamente considerata dalla classe politica. Eppure, le 9.400 dimore storiche aperte al pubblico, che ogni anno sono visitate da 45 milioni di persone, generano tra i 500mln e 2mld di indotto sul territorio e nel 2020, a causa del forzato blocco delle attività, si stima abbiano determinato la perdita di lavoro di circa 30.000 persone”.
“Non bisogna poi dimenticare che la maggior parte di esse si trovano in piccoli comuni, e producono un indotto economico che non è delocalizzabile, alimentando tante micro e piccole imprese legate al mondo del restauro, del turismo e degli eventi, spesso aziende familiari, baluardo della conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano e dei territori in cui sono collocati” ha ricordato poi di Thiene. “Dobbiamo approfittare di questa pausa forzata per migliorare il sistema d’accoglienza del nostro Paese, restaurare i palazzi e semplificare e coordinare le norme. Bisogna però iniziare a farlo sin da subito, comunicando le potenzialità del nostro Paese per renderlo sempre più attrattivo agli occhi del turista. In caso contrario, quando nei prossimi anni il turismo riprenderà a pieno regime, rischiamo di perdere visitatori a scapito di altri Paesi che nel frattempo si saranno preparati meglio di noi” ha concluso di Thiene.
Nicolò Marcon