Economia

Croazia 2023: Eurozona e area Schengen

02
Gennaio 2023
Di Flaminia Oriani

L’ultimo giorno dell’anno 1998 la riunione dell’ECOFIN stabilì in maniera irrevocabile il tasso di cambio euro lira italiana: 1 EUR = 1936,27 ITL. Ma solo nel 2002 ne iniziò la circolazione effettiva di monete e banconote. Sono passati più di vent’anni dalla corsa ai convertitori e l’area Schengen continua ad allargarsi.

Tra le novità del 2023 c’è il benvenuto alla Croazia che da quest’anno fa parte dei paesi europei che hanno adottato l’euro. Il più giovane stato membro dell’Ue è il ventesimo paese dell’Unione ad aderire dopo la Lituania (2015), la Lettonia (2014) e l’Estonia (2011).

A celebrarne il traguardo è la segretaria del Pd provinciale di Trieste Caterina Conti: «Dal primo gennaio la regione geografica della Venezia Giulia, l’Istria, non ha più confini. Con l’ingresso nell’area Schengen della Croazia cade l’ultimo confine che divideva la regione istriana. Una svolta storica per il nostro territorio, per le nostre genti». Anche la presidente della commissione Affari economici del Parlamento europeo Irene Tinagli accoglie con un tweet l’adesione della Croazia: “Un passo che allarga e rafforza l’unità europea, un altro muro che cade verso una sempre maggiore integrazione del nostro continente”.

Il passaggio da kune a euro da parte delle banche è stato portato a compimento. L’istituto Zagrebacka banka ha comunicato che tutti i servizi per i clienti sono accessibili, dai pagamenti con le carte di debito e credito alla disponibilità dell’online banking. Nonostante la Croazia sia stata agevolata dalle nuove frontiere della digitalizzazione rispetto alle problematiche affrontate dalla Banca d’Italia nel lontano 2002, l’amministratore delegato di Zagrebacka banka, Ivan Vlaho, ha dichiarato che il processo di introduzione dell’euro è uno dei progetti più impegnativi che le banche in Croazia abbiano mai effettuato.  

Il risultato raggiunto contribuirà a migliorare gli scambi e i traffici marittimi tra Italia e Croazia favorendo collegamenti e collaborazione con l’area della Macroregione Adriatica Ionica. Questo porterà ad un rafforzamento del ruolo dello scalo dorico, punto nevralgico di due corridoi europei: quello Scandinavo-Mediterraneo e quello Baltico-Adriatico. Un tema che riguarda da vicino l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, in modo particolare il porto di Ancona e di Pesaro. Con l’adesione della Croazia nell’area Schengen si ridurranno i tempi di controllo e di transito in porto. Benefici già riscontrati, ai tempi, nei rapporti con la Grecia.

Solo nel 2022 il traffico di passeggeri tra Ancona, Zara e Spalato ha superato i 128mila transiti, senza calcolare gli itinerari delle navi da crociera. L’adesione della Croazia «offrirà nuove opportunità per favorire la circolazione di persone e merci all’interno dell’UE, nonchè tra i Paesi membri dell’UE e Paesi terzi» spiega Vice Mihanovic, direttore dell’Autorità Portuale di Spalato.  

Ma a tenere alta l’attenzione sono le organizzazioni umanitarie che temono un aumento della violenza e dei respingimenti contro i migranti. Il motivo? L’ingresso della Croazia renderà la frontiera meridionale e orientale del paese stesso il nuovo limes dell’area di libera circolazione. Un nodo che terrà occupata la Svezia nella sua presidenza semestrale del Consiglio Ue soprattutto nel contesto geopolitico attuale: la guerra in Ucraina.

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