Economia
Confindustria, Draghi e Bonomi firmano la “pax”. Draghi: «Buone relazioni industriali sono il presupposto della crescita».
Di Alessandro Caruso
La nuova pax tra governo e impresa è fatta. All’Assemblea generale di Confindustria di questa mattina l’impressione è che si siano ristabilite solide e prospettiche relazioni industriali per guidare la ripresa. Quelle relazioni che, come ha detto Mario Draghi nella sua relazione, sono sempre state il presupposto dei grandi momenti di ricostruzione nella storia italiana. E di questa intesa c’è bisogno in questo momento, in cui l’assetto economico generale del paese è positivo ma bisogna prendere scelte strategiche per il futuro, a partire dalla gestione del PNRR. Motivo per cui il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha rivolto un chiaro appello ai sindacati: la via giusta è quella del dialogo e del confronto, solo sedendoci a un tavolo insieme possiamo risolvere i problemi, con riferimento anche al decreto delocalizzazioni di cui si sta parlando in questi giorni.
Questa intesa passa anche per alcune intenzioni emerse oggi, come l’auspicio di Confindustria a un Mattarella bis per continuare ad avere Draghi al governo, la promessa di Draghi a non aumentare le tasse alle imprese (“ora è il momento di dare i soldi, non di prenderli”) e allo stesso tempo la richiesta alle imprese a fare di più.
Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, dopo la stoccata ai partiti (“Confindustria si opporrà a tutti colori che vorranno intralciare il processo delle riforme”, “Basta rinvii, basta giochetti, basta veti”, “basta flirtare coi no vax invece di pensare alla sicurezza dei cittadini e lavoratori”, “basta basta pensare che il governo sia a tempo è quindi sia meglio tergiversare perché poi le riforme si faranno successivamente”).
MATERIE PRIME
L’aumento dei costi delle materie prime è per gli industriali un problema importante. A cui si aggiungono i costi dei certificati di emissione della CO2: «Ci auguriamo che il governo non appesantisca iva e accise, altrimenti sarebbe una stangata per le famiglie». Su questo Draghi, oltre alla promessa dei 3mld per il bonus luce e gas nel prossimo trimestre, ha parlato della proposta di potenziare l’approvvigionamento delle risorse a livello nazionale, con misure che aumentino la produttività delle filiere strategiche.
NO AI LICENZIAMENTI
Bonomi l’ha detto a chiare linee: «Vogliamo crescere, non licenziare». Il problema vero è la carenza di profili tecnici: «L’Istat ci conferma che tra industria e servizi ci sono oggi in Italia circa 300mila posti di lavoro richiesti dalle imprese ma non coperti». «Sì a un ammortizzatore universale – ha aggiunto – ma di tipo assicurativo, non una mera integrazione al reddito, ma strumento di riqualificazione, aperto alla scelta individuale del lavoratore. Perché anche nelle crisi d’impresa serve formazione e ricollocazione, perché le aziende possano assumere nuove competenze». E Draghi è allineato: «Vogliamo rafforzare gli strumenti di integrazione salariale per tutelare chi perde il lavoro. E avviare una riforma delle politiche attive del lavoro per agevolare il reinserimento di chi è disoccupato o cassaintegrato, con più efficacia di quanto non succeda oggi».
CONCORRENZA
Il botta e risposta tra Draghi e Bnomi si articola anche sul tema della concorrenza, molto sentito tra gli industriali. Bonomi ha chiesto stop alle gestioni in house di servizi da parte di Comuni e Regioni, ma gare vere e aperte; più apertura ai privati nell’offerta dei servizi sanitari; e di riportare la durata delle concessioni a 5 anni. Draghi ha promesso: «Nel mese di ottobre vogliamo approvare un provvedimento che dia impulso alla concorrenza. A voi imprese chiedo di appoggiarlo con convinzione. Il rafforzamento dell’economia passa attraverso l’apertura dei mercati e non la difesa delle rendite».
PNRR
«Dobbiamo assicurarci che i soldi stanziati per gli investimenti siano spesi bene – ha sottolineato Draghi – con onestà, senza infiltrazioni, evitare ritardi, cogliere l’opportunità per sciogliere i nodi strutturali che legano da anni il nostro paese e accompagnare le imprese in questa transizione, attraverso le riforme e gli investimenti». E Confindustria auspica che tra le riforme sia anche finalizzata quella fiscale, con la tanto attesa abolizione dell’Irap: «Non una cancellazione nominale, per recuperarne comunque il gettito altrimenti».
LA REPLICA DEI SINDACATI
Cisl e Uil hanno risposto all’appello di Bonomi, con la benedizione di Draghi: «Condividiamo la proposta del patto socialeper affrontare insieme il tema delle riforme e degli investimenti. Siamo pronti alla sfida. Sediamoci al tavolo», ha detto Luigi Sbarra, presidente della Cisl. Stesso mood da parte di Pierpaolo Bombardieri, presidente Uil: «Siamo pronti a fare la nostra parte, sapendo che probabilmente su lavoro, sicurezza, fisco, pensioni, delocalizzazioni e responsabilità sociale non abbiamo le stesse posizioni. Ma se finiscono gli insulti siamo pronti». Più riottoso Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, che comunque assicura: «Siamo pronti a fare la nostra parte se il governo apre un confronto. Ma non ho sentito nulla oggi sulle multinazionali che stanno licenziando e che non arretrano le loro posizioni. Non ho sentito parlare di evasione fiscale e nemmeno di riforma seria delle pensioni».
La pax si preannuncia stabile nelle intenzioni. Bisognerà vedere se le parti saranno in grado, come ha auspicato Draghi, non solo di ottenerla, ma di mantenerla duratura.