Economia

Confindustria Bari, Orsini: mettere il nucleare in manovra

04
Ottobre 2024
Di Giuliana Mastri

Oggi si è svolta l’assemblea di Confindustria Bari-BAT, con la partecipazione, tra gli altri, del presidente di Confindustria Emanuele Orsini. Nell’incontro sono emersi elementi, temi e indirizzi degni di nota rispetto alla politica delle imprese e alla congiuntura politica.

La manovra secondo Orsini
«Fondamentale». Così Emanuele Orsini ha definito l’incontro avuto in mattinata con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. All’indomani dell’avviso del titolare del dicastero — che aveva scosso i mercati — di una legge di bilancio «che chiederà sacrifici a tutti», il numero uno di viale dell’Astronomia ha lanciato un segnale di apertura: «Siamo disposti a ripensare a parti delle tax expenditure», ha fatto sapere dal palco dell’Assemblea generale dell’Associazione Bari e Bat, ricordando che «oggi sono 120 miliardi e noi abbiamo la necessità di trovare 10 miliardi all’interno delle fiscal expenditures per fare in modo di rendere strutturali gli investimenti per l’impresa». Investimenti «centrali» per l’industria italiana: «Abbiamo parlato di legge di bilancio, di Piano strutturale di bilancio e, parlando di quest’ultimo, abbiamo discusso della necessità degli investimenti post-PNRR, post 2026. Il ministro ha condiviso con noi che la via per incrementare la produttività del Paese e il sostegno al welfare è fare investimenti nell’industria, che ha necessità di crescere. Sono molto soddisfatto», ha ribadito. Nella manovra, il cuneo fiscale è «un’esigenza di tutti per dare capacità di spesa ai ragazzi e alle ragazze che lavorano all’interno delle nostre imprese». Un altro tema centrale è quello dell’energia per cui «abbiamo chiesto che venga messa nella legge di bilancio la possibilità di finanziare le sperimentazioni sul nucleare nel nostro Paese, perché quella è la via».

Gli investimenti in automotive
Il presidente ha proseguito: «Quando vediamo che in Germania Volkswagen sta chiudendo due stabilimenti, ovviamente vuol dire che qualche perplessità c’è, l’incertezza delle tecnologie da poter utilizzare c’è. Bisogna salvaguardare il know-how dei Paesi. Noi abbiamo 42 milioni di veicoli in Italia, di cui 7 milioni in Euro6 o Euro7. Abbiamo una potenzialità pazzesca di sostituzione. Ricordo che la filiera dell’automotive, che ci è riconosciuta da tutto il mondo come fornitori di pezzi delle auto, coinvolge 70mila persone che rischiano il posto di lavoro. E noi dobbiamo salvaguardare queste persone. Stiamo ragionando con Confindustria di altri Paesi europei — ha proseguito — partendo dal punto d’incontro della neutralità tecnologica. Il tema dell’auto è fondamentale per il nostro Paese. Dobbiamo trovare nuovi sbocchi. Serve tempo anche per fare le transizioni industriali, altrimenti diventa il deserto. Non possiamo pensare che la decarbonizzazione diventi la deindustrializzazione del nostro Paese. Mi auguro che ci sia un futuro per l’industria italiana dell’auto. Dobbiamo essere attrattivi», ha concluso Orsini, «e per fare questo abbiamo bisogno di avere capacità di visione a lungo termine. Non siamo ancora pronti».

Il nucleare
Orsini reputa importante anche la sperimentazione sul nucleare, da inserire per lui in manovra: «l’energia è la salvaguardia del nostro paese e abbiamo l’obbligo di preservare la nostra autonomia energetica. Siamo tutti d’accordo sul mix energetico, e anche sulle rinnovabili, ma sappiamo che il 40% della produzione di energia proviene dal gas, anche in questo caso serve tempo, perché il gas non è sostituibile nell’immediato. Ecco perché la via sono i microreattori nucleari, ne abbiamo parlato anche con Giorgetti questa mattina; Serve che venga messa anche in legge di bilancio la sperimentazione sul nucleare», ha affermato il presidente.

Fondi di coesione e Zes
«Le imprese hanno necessità che venga messo a terra il Fondo sviluppo e coesione da parte della nostra Regione, che non ha ancora firmato, e mi auguro che venga firmato nei prossimi giorni. Ma siamo veramente in ritardo. E mi auguro che possano partire anche le zone economiche speciali. Se partono le zone economiche speciali, se parte la nuova programmazione, se vengono messi a terra in maniera sana e positiva i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, avremo veramente l’opportunità di non arretrarci più e di pensare a un Sud che possa essere positivo e proattivo, non zavorra dell’Italia». Lo ha detto il presidente di Confindustria Bari-Bat, Sergio Fontana, a margine dell’assemblea in corso nel Teatro Petruzzelli.

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